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Enrico Varriale a processo per stalking: “Ho sbagliato ma non sono un mostro”

Enrico Varriale a processo per stalking nei confronti della compagna si difende. Intervistato da La Repubblica spiega che: “Ho sbagliato, ma non sono un mostro. Mi sono difeso, l’ho solo allontanata”.
A cura di Alessia Rabbai
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"Ho fatto qualcosa che non può e non deve essere fatto. Mai". Sono le parole del telecronista Enrico Varriale, a processo per stalking nei confronti della compagna amante. Intervistato da La Repubblica ha raccontato la sua versione dei fatti rispetto ai quali è finito davanti ai giudici, accusato di aver perseguitato la donna. L'ex vicedirettore di Rai Sport che fin dal primo momento ha respinto le accuse, assistito dagli avvocati difensori Fabio Lattanzi e Stefano Maranella, sarà processato con rito ordinario, come da lui richiesto, per poter affrontare la fase del dibattimento. Nei suoi confronti i giudici hanno riconosciuto "prove schiaccianti". "Ho sbagliato ma non sono un mostro – ha detto – e lo dimostrerò". Ha ricevuto l'ordinanza del giudice delle indagini preliminari Monica Ciancio lo scorso 27 settembre, notificata dagli agenti della Polizia di Stato, che gli hanno bussato alla porta di casa.

"Mi sono difeso, l'ho solo allontanata"

"La sera del 5 agosto scorso dopo la vacanza estiva eravamo a casa sua a Roma, abbiamo discusso e me ne sono andato" spiega la sua versione dei fatti Varriale. E rispetto a quanto denunciato dalla donna si è difeso dicendo: "Ci siamo colpiti tutti e due, ma non l'ho picchiata e non le ho mai messo le mani al collo – spiega – alla fine avevo l'occhio pesto, quello messo peggio ero io". Una lite dunque durante la quale "mi sono difeso, l'ho solo allontanata".

La denuncia della compagna: "Mi ha stretto le mani attorno al collo"

La compagna di Enrico Varriale lo ha denuciato due volte: una il 9 agosto, per lesioni e il 14 settembre per stalking. La donna davanti ai magistrati come riportato dal Corriere della Sera, ripercorrendo la lite avuta con il giornalista la scorsa estate ha spiegato: "Mi ha stretto le mani attorno al collo metre cercavo di difendermi". Una discussione che si è conslusa con la donna refertata in ospedale, che ha ricevuto una prognosi di cinque giorni. La gip ha definito la sua come "una personalità aggressiva e provocatoria, incapace di autocontrollo". Per il momento nei confronti del giornalista è disposto un divieto di avvicinamento alla compagna e ai luoghi da essa abitualmente frequentati.

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