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Emanuele travolto da un pullman a Ponte Mammolo, la moglie: “Voglio la verità”

Per la morte di Emanuele Lenzoni l’autista del pullman con il quale è entrato in collisione il suo scooter è indagato per omicidio stradale. Il conducente avrebbe chiamato i soccorsi, senza attendere l’arrivo dell’ambulanza e delle forze dell’ordine. La moglie: “Io e i suoi figli vogliamo la verità”.
A cura di Alessia Rabbai
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Ad uccidere Emanuele Lenzoni su via Tiburtina all'alba del 18 gennaio è stato lo scontro fatale con un pullman. L'autista se né andato, dopo aver chiamato l'ambulanza in compagnia di un collega, ma senza aspettare l'arrivo dei soccorsi né essere sottoposto al test di rito per la verifica di alcol e droga nel sangue. La Procura della Repubblica di Roma, con il pubblico ministero Eugenio Albamonte, ha indagato il conducente, un dipendente di una ditta privata di trasporto regionale, per omicidio stradale. Secondo una ricostruzione dell'incidente infatti, l'autista dopo lo scontro, in un primo momento si sarebbe fermato scendendo dal mezzo, per poi risalire e continuare il servizio, invece di attendere come da prassi l'arrivo del personale sanitario e delle forze dell'ordine. Sull'incidente stradale in cui ha perso tragicamente la vita il trentottenne, sposato e padre di due figli piccoli, sono al lavoro gli agenti della polizia locale di Roma Capitale del IV Gruppo, che hanno svolto i rilievi scientifici. Al vaglio le testimonianze di persone presenti al momento dell'accaduto e le immagini riprese dalle telecamere di zona.

La moglie di Emanuele: "Voglio la verità"

La moglie di Emanuele, Irene, a Il Messaggero ha raccontato i momenti concitati e terribili di quella mattina: "Nessuno mi ha detto nulla, non rispondeva al telefono, così ho chiesto un permesso al lavoro e sono andata a cercarlo, percorrendo la strada che faceva per andare al lavoro". Emanuele era il responsabile alla Upim di Prati Fiscali. Arrivata sul luogo della tragedia, la donna ha capito che la vittima era il marito: "Io e i nostri figli vogliamo giustizia, ce lo hanno strappato" ha detto, assistita dall'avvocato di parte civile Massimo Iesu. Ciò che è da capire è se la morte del trentottenne si sarebbe potuta evitare. Sotto la lente d'ingrandimento della Procura c'è anche la strada ghiacciata, sulla quale nessuno avrebbe sparso il sale e che avrebbe provocato lo sbandamento del veicolo a due ruote. Il pullman e lo scooter Sh di transitavano paralleli sul rettilineo sopraelevato nei pressi del piazzale della stazione di Ponte Mammolo. Il motorino avrebbe perso aderenza sul manto stradale a causa del ghiaccio, finendo contro il pullman.

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