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Coronavirus, familiari degli anziani nelle Rsa: “Vogliamo vederli, fateci i tamponi rapidi”

I familiari degli anziani ospiti all’interno delle Rsa hanno organizzato una manifestazione davanti al Ministero della Salute per chiedere soluzioni alternative e percorsi protetti, per poter continuare a eadere i propri cari in sicurezza nonostante il Covid. Le visite sono infatti di nuovo sospese: nonostante i morti.
A cura di Redazione Roma
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Tamponi rapidi ai familiari degli anziani ospiti delle Rsa per fare in modo che le visite continuino in sicurezza, nonostante la pandemia e per scongiurare che il Covid entri all'interno delle strutture. È la richiesta dei parenti che hanno i propri cari all'interno delle Residenze sanitarie assistenziali. Venerdì 13 novembre hanno organizzato una manifestazione davanti al Ministero della Salute a Roma, per chiedere di rivedere in tal senso le linee guida e proponendo questa soluzione.

"I nostri anziani sono ricoverati e subiscono anche loro il lockdown totale – spiegano a Fanpage.it – Il rapporto con la famiglia è parte integrante dellan loro cura". Sugli striscioni si legge: "Per una sanità pubblica e gratuita" e "Gli anziani chiusi da nove mesi nelle Rsa vogliono uscire e rivedere il cielo". Durante la prima ondata della pandemia il virus ha provocato quasi 10mila morti accertati solo a fine giugno 2020 all'interno delle Rsa. Le visite ai famigliari, sospese durante il lockdown e poi riprese progressivamente durante l'estate, ora sono di nuovo bloccate. Ciò che si teme infatti è l'insorgere di nuovi pericolosi focolai che potrebbero mietere ancora tante vittime.

I parenti chiedono di vedere i familiari

I famigliari degli ospiti delle Rsa chiedono soluzioni alternative alle strutture blindate e percorsi protetti, per poter continuare a vadere i propri cari in sicurezza, senza essere obbligati a rinunciare a loro e per fargli compagnia, trasmettendogli il loro affetto in un momento così difficile. "Avrei dovuto incontrare mio padre il giorno dopo che hanno chiuso di nuovo le visite, poi è morto – ha spiegato una donna a Fanpage.it – ad ucciderlo non è stato il Covid, aveva tre tamponi negativi, ha contratto una polmonite fulminante e nel giro di pochissimo è finito in ospedale. Non ci ha più visti e si è lasciato andare, è una cosa ingiusta, si deve trovare una soluzione". Un'altra donna ha spiegato le difficoltà nel riuscire ad avere un contatto anche telefonico con il proprio caro: "La videochiamata dura pochi minuti e in questo modo è difficile comunicare perché papà non ci sente quindi ci vediamo e basta, l'unico contatto che abbiamo è attraverso le lettere che gli mandiamo".

Di Alessia Rabbai e Simona Berterame

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