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Condannata responsabile di Villa Fidia a Casal Palocco: “Ti faccio morire come Gesù Cristo”

Insulti, minacce e percosse sono le violenze inflitte ad almeno sei anziani della Rsa Villa Fidia a Casal Palocco, la cui responsabile e coordinatrice è stata condannata. Assolti gli altri 5 imputati.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio
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Due anni e sei mesi di reclusione con l'accusa di maltrattamenti ed esercizio abusivo della professione medica è la condanna stabilita per la responsabile e coordinatrice del personale di Villa Fidia, una Rsa di Casal Palocco a Roma. Come riporta Il Messaggero la sentenza è arrivata ieri e oltre alla condanna della donna ha visto l'assoluzione per gli altri cinque sanitari imputati, nei confronti dei quali le prove a loro carico non sono state ritenute sufficienti. La coordinatrice della struttura è ritenuta responsabile di aver somministrato sedativi a pazienti che non ne avevano bisogno e nei confronti dei quali non c'era alcuna prescrizione. Le vittime da quanto emerso in sede di indagine sarebbe sei. Si tratta di pazienti che si trovavano all'interno della Rsa, malati di Alzheimer o non autosufficienti. L'intenzione sarebbe stata quella di farli stare tranquilli, in modo che non intralciassero le loro attività.

"Ti faccio le punture che fanno male"

Le indagini dei carabinieri del comando provinciale di Ostia e coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma con la pubblico ministero Francesca Passaniti, che hanno portato alla condanna della responsabile e coordinatrice di Villa Fidia e ad altre cinque persone finite a processo – poi assolte – sono iniziate nel 2017, dopo la denuncia di un parente alle forze dell'ordine, che hanno ascoltato il racconto e inviato l'informativa in Procura. A portare alla luce il quadro delle violenze sono state le dichiarazioni fatte dagli infermieri e le intercettazioni. Per l'accusa gli anziani pazienti venivano legati ai letti, strattonati, picchiati e insultati. "Ti faccio le punture che fanno male, muori come Gesù Cristo e ti faccio una croce" è una delle frasi che avrebbero pronunciato i sanitari com'è emerso in sede d'indagine. I pazienti venivano inoltre imboccati forzatamente, gli veniva data poca acqua per non doverli cambiare troppo spesso, violenze che sarebbero andate avanti per almeno un anno.

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