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Claudio corriere per fornitore Amazon: “Licenziato dopo aver denunciato scarse condizioni igieniche”

Claudio ha lavorato per quattro anni come corriere Amazon per una ditta subappaltatrice. Dopo essersi lamentato delle scarse condizioni igieniche a bordo dei furgoni è stato licenziato. Claudio chiede di essere reintegrato, da parte sua Amazon si difende chiarendo che tutta la responsabilità è della ditta che lo ha assunto. Usb: “Sistema appalti e subappalti per aggirare regole e diritti”.
A cura di Natascia Grbic
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"Ho lavorato quattro anni come corriere Amazon per una ditta subappaltatrice e il 21 aprile mi è arrivata la lettera di licenziamento. Il motivo è semplice: faccio parte del sindacato Usb e i ragazzi si sono lamentati con me per lo stato di sporcizia dei furgoni, che in periodo covid non è il massimo. Quando sono tornato al lavoro (ero stato assente per infortunio) ho trovato sporco anche il mio mezzo. Ho protestato con i responsabili, per tutta risposta mi è arrivata la lettera di licenziamento". Claudio Ceccacci però non ci sta: e insieme al suo sindacato, l'Usb, ha chiesto di essere reintegrato nel posto di lavoro. "Parlare con Amazon è difficile – continua Claudio – tramite il sindacato abbiamo chiesto parecchi incontri che non sono mai arrivati. Dopo il mio licenziamento però i furgoni sono stati puliti". Adesso Claudio è senza lavoro e chiede di essere reintegrato.

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Amazon: "Nessuna responsabilità su fornitori"

Da parte sua, Amazon nega che vi sia stato un ‘licenziamento punitivo‘ nei confronti di Claudio, dipendente di una ditta subappaltatrice. Inizialmente dallo stabilimento di Pomezia non avevano voluto rilasciare commenti. Poi, successivamente, è stata inviata una nota stampa. "I nostri fornitori di servizi di consegna assumono e gestiscono direttamente i propri dipendenti – spiega l'azienda – Amazon è costantemente impegnata affinché venga garantita un'esperienza di lavoro positiva a tutti i loro autisti. Verifichiamo regolarmente che tutti i nostri fornitori di servizi di consegna operino nel pieno rispetto delle normative vigenti e del nostro Codice di Condotta dei Fornitori, attento a garantire che gli autisti abbiano compensi e orari di lavoro adeguati, ed effettuiamo controlli su ogni segnalazione di non conformità". Non ci sta il sindacato, che ritiene quello di Amazon uno scarico di responsabilità nei confronti della ditta. "Questo modo di gestire i rapporti con i lavoratori colpisce la dignità di tutti i dipendenti. Utilizzare le società di appalto fa parte di un sistema che serve ad aggirare i contratti e a tenere basso il costo del lavoro, a garantirsi l'impunità così si possono licenziare i lavoratori e far finta di non avere responsabilità".

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