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Autobus Atac presi a sassate, la risposta di Arci: “Grave che Patané accusi intera comunità rom”

Dopo bus presi a sassate, Patanè ha accusato gli abitanti del campo di via Candoni di non essere persone civili: “Grave quanto dichiarato da assessore, quando si parla di rom, si scivola nel generico”, dicono da Arci Solidarietà Onlus.
A cura di Beatrice Tominic
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Nuovi autobus Atac, foto di repertorio.
Nuovi autobus Atac, foto di repertorio.

Dopo il danneggiamento di sette autobus Atac nuovi presi a sassate, aveva proposto la soluzione di delocalizzare il campo rom di via Luigi Candoni, additando a più riprese i suoi abitanti di non essere persone civili e di aver reso la situazione non più sostenibile sotto tutti i punti di vista: economico, sociale, operativo e di sicurezza.

A rispondere a quanto dichiarato dall'assessore capitolino ai Trasporti Eugenio Patanè è l'Arci Solidarietà che, con una nota sui social, manifesta sconcerto nel leggerele accuse di inciviltàdopo gli atti di vandalismo ai bus ATAC del deposito vicino al campo rom di via Candoni.

La reazione di Arci Solidarietà contro l'assessore Patanè

"Per l'ennesima volta, quando si parla di rom, si scivola nel generico estendendo le responsabilità individuali all'intera comunità. Le semplificazioni sono da sempre l'anticamera del razzismo e che tali parole siano espresse da un componente della Giunta di centro-sinistra è fatto ancor più grave", hanno scritto in una nota pubblicata sui social.

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"Vale anche la pena ricordare che non fa onore all’Assessore parlare ancora di delocalizzazione delle comunità, in primis perché le persone residenti nel villaggio di via Candoni non si sono insediate abusivamente nell’area ma è stata una scelta dello stesso Comune di Roma che ha creduto che la soluzione “campi nomadi” fosse il modello di accoglienza da riservare “agli zingari”! In secondo luogo – hanno continuato – poiché è in corso un progetto, promosso dalla stessa giunta di cui Patanè fa parte, volto alla chiusura del villaggio e alla sistemazione delle persone in soluzione abitative dignitose e rispettose dei diritti, anche dei e delle rom".

L'auspicio, come viene specificato in conclusione, è uno sforzo maggiore e congiunto per  accelerare i tempi di chiusura e avvio di percorsi di reale inclusione.

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