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Arrestata per traffico di droga Fabiola Moretti, ex primula rossa della Banda della Magliana

Fabiola Moretti, nome indissolubilmente legato alla Banda della Magliana e alla criminalità organizzata romana, è stata arrestata questa mattina dai carabinieri di Pomezia in un’imponente operazione anti-droga.
A cura di Natascia Grbic
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Fabiola Moretti, ex della Banda della Magliana, compagna di Danilo Abbruciati e protagonista di numerosi fatti di cronaca legati alla malavita romana, è stata arrestata questa mattina dai carabinieri della compagnia di Pomezia nel corso di un'imponente operazione che ha portato in carcere 18 persone su un totale di 21 arresti. L'ex primula rossa della Banda della Magliana è accusata di traffico di droga: secondo gli investigatori, era proprio lei che viaggiava da Roma a Napoli per comprare la cocaina, fornita da un altro personaggio di spicco del crimine organizzato, Alessandro Faina. Era proprio lui che, dal carcere di Secondigliano, gestiva lo spaccio nella zona sud di Roma, comandando i gruppi criminali che dipendevano direttamente da lui. Il nome di Fabiola Moretti è indissolubilmente legato alla storia della cronaca nera romana: testimone nelle inchieste che hanno riguardato l’omicidio del giornalista Mino Pecorelli e la scomparsa di Emanuela Orlandi, non ha mai smesso di far parte dell'ambiente della malavita. Nel corso degli anni è stata arrestata numerose volte per spaccio di droga e una volta anche per tentato omicidio, dopo aver tentato di uccidere il genero a coltellate.

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Le indagini, condotte dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Pomezia e della Stazione Roma Divino Amore, sono state lunghe e complesse. Non è stato semplice arrivare agli arrestati, che avevano scelto un luogo quasi inaccessibile alle forze dell'ordine per le loro attività di spaccio. La base, infatti, si trovava nell’agglomerato di case popolari di via dei Papiri e via degli Astrini che, data la loro stessa conformazione, veniva chiamato ‘il fortino'. Un luogo di difficile accesso per i carabinieri: i caseggiati, interamente recintati e circondati da chilometri di campagna, erano sorvegliati da vedette, che comunicavano ai boss qualsiasi movimento sospetto nella zona. Sorvegliare e concludere l'indagine è stato più complicato del previsto anche per l'uso di parole d'ordine tra gli arrestati, che cercavano di non farsi intercettare. Non ci sono riusciti: e così stamattina 21 di loro sono stati arrestati. In diciotto si trovano in carcere, due agli arresti domiciliari e uno ha l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

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