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Antonietta Rocco uccisa con diverse coltellate alla gola: si cercano tracce di sangue nella lavatrice dell’ex badante

Continuano le indagini sull’omicidio di Antonietta Rocca, la sessantatreenne trovata senza vita in una pozza di sangue nella sua casa a Latina. In stato di fermo la ex badante, sotto sequestro la lavatrice.
A cura di Beatrice Tominic
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Antonietta Rocco, uccisa a Latina.
Antonietta Rocco, uccisa a Latina.

È stata sottoposta a sequestro la lavatrice di proprietà di Sabrina Dal Col, la cinquantaduenne in stato di fermo indagata per l'omicidio di Antonietta Rocco, uccisa a 63 anni e trovata in una pozza di sangue nella sua casa a Latina. L'ipotesi degli inquirenti è che la donna, una volta uccisa l'ex datrice di lavoro, possa aver deciso di ripulire le tracce di sangue rimaste sugli abiti: qualora fosse accertato la situazione della ex badante peggiorerebbe.

Secondo quanto ricostruito fino ad ora, la sessantatreenne è stata ritrovato a letto, nella sua camera, in una pozza di sangue con tagli profondi sulla gola e sul volto dalla badante che lavorava attualmente per lei. Chi l'ha uccisa, l'ha fatto colpendola con una violenza folle. "Un omicidio efferato e crudele, i colpi sono stati inferti con una forza indicativa di una rabbia particolare", ha dichiarato sabato scorso la pm che si sta occupando del caso, la procuratrice aggiunta di Latina Luigia Spinelli.

Nei confronti di Dal Col viene contestato l'omicidio volontario aggravato dalla minorata difesa: la sessantatreenne era ipovedente e aveva problemi a deambulare.

Le indagini in corso: fermata la ex badante

Non appena ritrovato il corpo, per gli inquirenti è apparso subito chiaro che si trattava di omicidio. E i dettagli che stanno emergendo sulle condizioni del ritrovamento lo confermano. Colpita al volto e alla gola con un'arma da taglio, la donna è stata ritrovata nella sua casa nel quartiere di Campo Boario a Latina.

I sospetti degli agenti che si stanno occupando del caso si sono immediatamente stretti intorno alla figura della ex badante, la cinquantaduenne Del Col che aveva prestato servizio a casa della donna in passato. Nella serata di sabato è stata portata in commissariato e interrogata. Dopo qualche ora, è stata sottoposta allo stato di fermo.

A sinistra Sabrina Dal Col, a destra Antonietta Rocco.
A sinistra Sabrina Dal Col, a destra Antonietta Rocco.

La ricostruzione dell'omicidio

Le indagini stanno continuando, serratissime, per raccogliere elementi utili alla ricostruzione di quanto accaduto nel tardo pomeriggio di giovedì scorso, quando la donna è stata colpita e uccisa. Gli inquirenti stanno svolgendo in queste ore sopralluoghi a casa della donna fermata insieme ai colleghi della Polizia Scientifica, alla ricerca di eventuali tracce di sangue o altre sostanze organiche della vittima che, nel corso della furia omicida, devono essere rimaste addosso alla persona che l'ha uccisa. Per questa ragione al setaccio è la lavatrice: non si esclude l'ipotesi che la ex badante, una volta rientrata, possa aver messo immediatamente al lavare i vestiti cercando di rimuovere ogni possibile traccia dell'omicidio. In questo caso, non si esclude che la lavatrice possa aver trattenuto delle particelle riconducibili ad Antonietta Rocco. Per il momento, però, in casa dell'indagata sono stati già trovati degli oggetti riconducibili alla vittima.

La ricerca dell'arma utilizzata: forse un machete

Oltre alle tracce organiche della vittima, gli inquirenti sono ancora in cerca dell'arma del delitto utilizzata per colpire alla gola Antonietta Rocco. Secondo quanto emerso durante le indagini, potrebbe trattarsi di un grosso coltello da cucina, forse addirittura di un machete: il segno dei tagli potrebbero far pensare all'utilizzo di una grande lama, in grado di causare ferite profonde.

Nel mirino di chi indaga anche il movente del gesto che sarebbe da ricercare nella conclusione del rapporto lavorativo fra le due. L'ipotesi che possa essere stata uccisa da un ladro, invece, è da scartare sia per l'assenza di oggetti di valore nella casa della vittima che per le condizioni, non totalmente autosufficienti, in cui viveva la donna. Un ulteriore tassello che potrebbe incastrare la cinquantatreenne, inoltre, è stato aggiunto da lei stessa: una volta convocata in questura si sarebbe lasciata sfuggire delle frasi ambigue secondo gli inquirenti.

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