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Cimiteri di Roma al collasso

Ama contro chi denuncia ritardi sepolture e cremazioni: “Valutiamo esposti per procurato allarme”

Incredibile ma vero: di fronte allo stato pietoso dei servizi cimiteriali, nonostante il dolore dei familiari in attesa da mesi di vedere sepolti o cremati i loro cari, nonostante la condizione di degrado dei cimiteri capitolini, Ama annuncia di stare valutando azioni legali per “procurato allarme” contro chi denuncia questa drammatica situazione.
A cura di Valerio Renzi
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Le bare nel deposito del cimitero Flaminio
Le bare nel deposito del cimitero Flaminio
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Incredibile ma vero: Ama, l'azienda municipalizzata che oltre che della raccolta dei rifiuti si occupa anche dei servizi cimiteriali, annuncia l'intenzione di denunciare per il reato di procurato allarme chi racconta i ritardi nelle sepolture e nelle cremazioni. Nonostante i racconti della sofferenza dei familiari che in alcuni casi anche da mesi sono in attesa della sepoltura o della cremazione di un genitore, di un figlio, di un compagno o di una compagna di vita, l'azienda se la prende con i titolari di pompe funebri che hanno presentato diversi esposti sulla condizione dei cimiteri capitolini. In particolare il riferimento è alla situazione del cimiterio Flaminio – Prima Porta dove si trova l'unico forno crematorio attualmente in funzione e dove, secondo le denunce, sono arrivate ad essere ammassate oltre 2.000 bare in magazzini e uffici.

L'aumento dei decessi a causa dell'epidemia di Covid non è l'origine né tantomeno la causa del collasso dei cimiteri romani. Le difficoltà per la mancanza di spazi e per le strutture per la cremazione assolutamente inadeguate ai bisogni, sono noti da tempo e messi neri su bianco in una delibera della giunta di Virginia Raggi del 2017che prevedeva non a caso una serie di interventi strutturali rimasti finora lettera morta.

Ha fatto scalpore la denuncia di Andrea Romano, deputato del Partito Democratico, che ha raccontato di essere da settimane in attesa di seppellire il figlio di 24 anni. La sindaca ha risposto al parlamentare prendendosela proprio con Ama, spiegando di comprendere il dolore che stanno vivendo le famiglie, e definendo "ingiustificabile" la situazione. Del risultato del confronto tra Raggi e i vertici aziendali e se ci sia o meno stato, non si ha però notizia. Un dolore quello di Romano in tutto e per tutto uguale a quello di tante cittadini "comuni", le cui storie ci siamo impegnati a raccontare in queste settimane. Annamaria attende da un anno di aver un tumulo dove poter piangere suo figlio: tolto da un fornetto dopo dieci anni, ancora la salma non è stata trasferita in una nuova dimora. Lorella da mesi invece spera di poter finalmente ritirare le ceneri di suo marito, la cui salma si trova in un deposito in attesa.

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