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All’asta Casino dell’Aurora con affresco di Caravaggio, Sgarbi: “Lo Stato può comprarlo, ecco come”

Il critico d’arte Vittorio Sgarbi intervistato da Fanpage.it. Oggi al via l’asta milionaria per il Casino dell’Aurora, ciò che resta della magnifica Villa Ludovisi.
A cura di Enrico Tata
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Alle 15 di oggi, martedì 18 gennaio, comincerà l'asta milionaria per il Casino dell'Aurora, ciò che resta della magnifica Villa Ludovisi, una delle residenze storiche più belle di Roma. All'interno dell'edificio c'è anche l'unico affresco dipinto da Caravaggio, di inestimabile valore. Abbiamo chiesto un commento a Vittorio Sgarbi, critico d'arte e autore di un volume, tra gli altri, proprio sul grande pittore italiano.

Non è preoccupato che il Casino dell'Aurora possa finire per sempre in mano ai privati?

Capisco che lei abbia una visione molto rustica, ma non capisco di cosa stia parlando. È un bene di un privato, che è sempre stato di un privato e che non è mai stato accessibile a nessuno. Per cui non capisco quale sia lo svantaggio: un privato è come un altro. Lo Stato fa un vincolo e stabilisce i limiti entro i quali si può muovere il privato.

Quindi secondo lei non c'è bisogno che lo Stato intervenga in questa asta?

La situazione è questa: la cifra deriva da una perizia eseguita dal professor Zuccari, che ha preso l'edificio il cui valore immobiliare potrebbe essere di 35/40 milioni e ha valutato, come se fossero opere alienabili, vendibili, spostabili e trasferibili, due affreschi di Guercino, affreschi di maestri dello stesso tempo e un dipinto su muro di Caravaggio, il cui valore potrebbe portare a quelle cifre stabilite dalla perizia. Ma dal momento che si tratta di opere che non possono essere spostate, ma vincolate in situ, è impossibile che chiunque possa acquistare il Casino dell'Aurora a quelle cifre. Per questo ho suggerito al ministro Franceschini di intervenire quando l'asta sarà arrivata intorno ai 100/150 milioni, una cifra più alta del valore effettivo, ma comunque più ‘potabile' per lo Stato.

A quelle cifre lo Stato può intervenire?

Lo Stato può intervenire nell'asta, ma anche se non intervenisse il vincolo consente allo Stato di avere un controllo su tutti i beni monumentali privati vincolati, che sono milioni, tra cui, per esempio, la collezione Colonna, la collezione Doria Pamphili,  la collezione Parravicini. I privati possono tranquillamente avere uno spazio monumentale, che però, essendo vincolato, non possono toccare senza il controllo dello Stato e con vincoli che potrebbero costringere gli eventuali nuovi proprietari del Casino dell'Aurora ad aprirlo al pubblico almeno una volta alla settimana.

Quanto sono importanti artisticamente quel dipinto su muro di Caravaggio e tutte le altre opere?

L'importanza artistica del dipinto di Caravaggio è assoluta e l'importanza degli affreschi di Guercino è straordinaria. Quegli affreschi conservati al primo e al secondo piano e le stanze affrescate da pittori di quel tempo, tra cui Domenichino, sono sicuramente una testimonianza fondamentale del ‘600 italiano. Però questa villa è sempre stata chiusa, nessuno l'ha mai vista.

La speranza, però, è che prima o poi possa essere realmente aperta al pubblico…

Il possesso di questa villa potrà essere dei privati, oppure dello Stato se intervenisse nell'asta in seconda battuta. Ma se anche la comprassero i privati, questi ultimi non potrebbero fare nulla su quelle opere che, ripeto, sono vincolate. L'asta secondo me andrà deserta perché la base di partenza che il giudice ha accettato è troppo alta e quindi, come spesso accade, ci sarà un ribasso d'asta. Quando il ribasso d'asta sarà arrivato tra i 100 e i 150 milioni lo Stato potrà intervenire. Ma se anche a quella cifra lo comprasse un privato, lo Stato ha comunque un diritto di prelazione: entro due mesi può cioè valutare se a quel prezzo vale la pena di comprare l'immobile. Se invece, nonostante questo, rimanesse al privato, ci saranno una serie di vincoli  e quindi i proprietari non potranno fare altro che restaurarla, abitarla e aprirla al pubblico. I nuovi proprietari speriamo abbiano più denaro e capacità di gestione degli eredi del principe, che sono stati costretti a vendere per debiti pregressi che non riuscivano a colmare. Secondo me a 100/150 milioni di euro lo Stato può intervenire e dare delle garanzie affinché quell'edificio diventi pubblico e aperto. A quel punto, dopo la restaurazione, potrebbe aprire al pubblico, come ho suggerito a Franceschini, con un biglietto unico con la Galleria Borghese.

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