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Rogo Thyssenkrupp, la Cassazione: “Giuste le condanne ai dirigenti”

Secondo la Suprema Corte le condanne comminate ai dirigenti della società sono giuste. Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, rispettivamente amministratore delegato e direttore generale di Thyssenkrupp , sono però tuttora in libertà in Germania.
A cura di Davide Falcioni
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La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili, e di conseguenza bocciato,  i ricorsi straordinari presentati dall'amministratore delegato della Thyssenkrupp Harald Espenhahn (condannato a 9 anni e 8 mesi), dai dirigenti Gerald Priegnitz, Marco Pucci (entrambi condannati a 6 anni e 10 mesi) e Daniele Moroni (condannato a 7 anni e 6 mesi). I dirigenti della società avevano contestato il verdetto che la Suprema Corte – quarta sezione penale – pronunciò il 13 maggio 2016. Con la sentenza della Cassazione si stabilisce che non ci è stato nessun errore nella sentenza di condanna definitiva per il rogo avvenuto allo stabilimento di Torino della Thyssenkrupp, in cui, nel dicembre 2007, persero la vita 7 operai.

Secondo la Cassazione, che lo scorso 13 maggio aveva confermato le condanne dell'appello-bis, quella dell'ex ad e degli altri funzionari è una "colpa imponente" tanto "per la consapevolezza che gli imputati avevano maturato del tragico evento prima che poi ebbe a realizzarsi, sia per la pluralità e per la reiterazione delle condotte antidoverose riferite a ciascuno di essi che, sinergicamente, avevano confluito nel determinare all'interno" dello stabilimento di Torino "una situazione di attuale e latente pericolo per la vita e per la integrità fisica dei lavoratori". I giudici della Suprema Corte affermano anche che quella commessa è stata una responsabilità per "la imponente serie di inosservanze a specifiche disposizioni infortunistiche di carattere primario e secondario, non ultima la disposizione del piano di sicurezza che impegnava gli stessi lavoratori in prima battuta a fronteggiare gli inneschi di incendio, dotati di mezzi di spegnimento a breve gittata, ritenuti inadeguati e a evitare di rivolgersi a presidi esterni di pubblico intervento".

Malgrado la condanna Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, rispettivamente amministratore delegato e direttore generale di Thyssenkrupp , sono tuttora in libertà: nei confronti dei due tedeschi è stato emesso un mandato di cattura europeo che finora non ha avuto esecuzione. All'inizio del 2017 l'Italia ha chiesto all'autorità giudiziaria tedesca di riconoscere la sentenza e fare scontare in Germania la relativa pena a carico delle due persone coinvolte.

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