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Ritrovato dopo 300 anni un galeone spagnolo carico di tesori

Era considerato il Santo Graal dei velieri antichi: il galeone San José, con il suo tesoro di oltre 11 milioni di dobloni d’oro è stato finalmente rinvenuto nelle acque della Colombia. A dare l’annuncio ufficiale il presidente Juan Manuel Santos, decretando il relitto patrimonio nazionale.
A cura di Federica D'Alfonso
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Dopo ben 307 anni passati sul fondale del Mar dei Caraibi, uno dei più ricchi e leggendari galeoni spagnoli è stato finalmente ritrovato: il San José, affondato dagli inglesi nel 1708, custodisce il più grande tesoro di tutti i tempi. Al momento dell'affondamento aveva a bordo ben 11 milioni di dobloni d'oro e quantità enormi di pietre preziose e gioielli. Il relitto è stato ritrovato al largo di Cartagena, sulla costa caraibica al nord della Colombia. Un tesoro preziosissimo, che dagli anni Ottanta ha impegnato nella ricerca gli studiosi e che oggi, dopo il ritrovamento, ha scatenato una battaglia legale per il patrocinio del reperto fra il governo colombiano, la Spagna e la Sea Search, una società statunitense che ha partecipato alle operazioni di ricerca: al momento a prevalere sono state le autorità della Colombia, che hanno decretato il relitto patrimonio nazionale e si sono aggiudicate così il Santo Graal delle imbarcazioni e il suo tesoro di decine di miliardi di dollari.

Il presidente colombiano Juan Manuel Santos lo ha ufficializzato in un tweet nel pomeriggio di ieri: il galeone è stato ritrovato lo scorso 27 novembre, al largo della penisola di Barù, ad ovest di Cartagena, dagli esperti dell'Istituto Colombiano di Antropologia e Storia, grazie alla collaborazione della Marina militare. "Si tratta di una scoperta di importanza mondiale, perché costituisce uno dei più grandi ritrovamenti di patrimonio sommerso, o forse il più grande che si ricordi nella storia dell'umanità", ha dichiarato il presidente Santos.

il tweet del presidente Juan Manuel Santos
il tweet del presidente Juan Manuel Santos

Il galeone San José fu costruito nel 1698, e all'inizio del 1708 salpava da Portobelo (Panama) per dirigersi, insieme ad altre navi spagnole e francesi, verso Cartagena de Indias. All'epoca Inghilterra, Francia e Spagna impiegavano le navi anche che come unità di combattimento, ed è proprio in occasione di una battaglia navale che il San José viene affondato: il galeone faceva parte della flotta del re Filippo V, e prese parte alla guerra di successione spagnola. Dopo aver caricato a bordo grandi quantità di oro e pietre preziose fu attaccato dalla marina della Gran Bretagna, la quale cercò anche, senza riuscirci, di appropriarsi dell'immenso tesoro, che invece finì in fondo al mare. Sui 600 uomini dell'equipaggio, ne sopravvissero solo 22.

Hendrik Cornelisz Vroom, Battaglia navale fra Spagna e Inghilterra, 1601
Hendrik Cornelisz Vroom, Battaglia navale fra Spagna e Inghilterra, 1601

Il relitto è stato identificato grazie ai suoi particolarissimi cannoni di bronzo a forma di delfino. Già negli anni Ottanta del Novecento alcune compagnie di esplorazione avevano iniziato la ricerca del tesoro: nel 1982 l'azienda statunitense Sea Search, specializzata nella ricerca di tesori sepolti in fondo al mare, individua il sito del relitto vicino alle isole Rosario seguendo le rotte indicate dagli studiosi inglesi Eugene Lione e John Cryer, che avevano a loro volta scoperto negli annali dell'esercito britannico alcune notizie sulla famosa battaglia navale nei mari colombiani. Ora il prezioso carico del galeone, il cui valore potrebbe superare la decina di miliardi di dollari, è divenuto l'oggetto di una disputa giudiziaria: a reclamarlo ci sarebbero sia la Spagna che la Sea Search Armada. Le istituzioni colombiane hanno intanto decretato il relitto parte del patrimonio nazionale, insieme agli altri 1200 galeoni affondati nel mare dei Caraibi durante il periodo coloniale, molti dei quali non ancora portati alla luce.

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