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Rigopiano, sindaco accusa la Regione Abruzzo: “Con carta valanghe non ci sarebbero stati morti”

I legali del Comune di Farindola accusano la Regione Abruzzo: “Se, come previsto dalla legge, avesse realizzato la Carta di localizzazione dei pericoli da valanga (Clpv), oggi le 29 persone morte a Rigopiano sarebbero vive”.
A cura di Davide Falcioni
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Una tragedia evitabile, se gli organi competenti avessero fatto tutto quanto in loro dovere. E' sempre più forte la convinzione che la strage dell'Hotel Rigopiano avrebbe potuto essere evitata, convinzione rafforzata anche dalle ultime dichiarazioni dei legali del Comune di Farindola, secondo i quali "se la Regione Abruzzo, come previsto dalla legge 170 del marzo 2014, avesse realizzato la Carta di localizzazione dei pericoli da valanga (Clpv), oggi le 29 persone morte a Rigopiano sarebbero vive". Gli avvocati, che difendono anche il sindaco Ilario Lacchetta e il tecnico comunale Enrico Colangeli, ieri hanno illustrato le ragioni alla base dell'esposto presso la Procura dell'Aquila, nei confronti della Regione Abruzzo, accusata di valanghivo doloso.

L'avocato Cristiana Valentini, insieme ai colleghi Goffredo Tatozzi e Massimo Manieri, e al team di esperti formato dal climatologo Massimiliano Fazzini, dall'ex responsabile di Meteomont Abruzzo Giorgio Morelli e dall'ingegnere specializzato in area montuose Marco Cordeschi, ha dichiarato che dalla documentazione visionata presso gli uffici competenti "è emerso che nel 1992 la Regione Abruzzo, insieme ad altre sette regioni, in seguito alla sciagura del Pavillon, ideò una splendida legge finalizzata a prevenire il rischio valanghe, che però è rimasta a dormire per anni nei cassetti della Regione".

Valentini ha aggiunto: "Nel marzo del 2014, improvvisamente la Regione decide di dare attuazione a quella legge, emanando la legge 170, dando contestualmente l'ordine alla Protezione civile di redarre la Clpv, essenziale per applicare la norma. Quella legge prevedeva l'obbligo per la Regione di redarre la Carta di Localizzazione dei Pericoli da valanga, prevedeva che a realizzarla fosse la Protezione civile e prevedeva che la Carta fosse approvata dalla Giunta regionale e inviata ai comuni. A partire da quel momento, la legge avrebbe imposto vincoli edilizi e ordini di sgombero per tutte le strutture situate in aree valanghive e dunque non ci sarebbe stato il disastro dell'Hotel Rigopiano". Ebbene, secondo i difensori del Comune di Farindola la Clpv non è mai stata realizzata. Eppure, da uno studio antecedente al disastro condotto dall'ingegner Cordeschi, emerge chiaramente che l'Hotel Rigopiano si trovava in una zona a rischio valanga. Ciò significherebbe che, in presenza di una Carta di localizzazione dei pericoli da valanga (Clpv), l'Hotel Rigopiano sarebbe stato evacuato e nessuna di quelle 29 persone sarebbe morta.

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