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Riforme costituzionali e Presidenzialismo alla francese: la proposta politica di Alfano e Berlusconi

la conferenza stampa di Silvio Berlusconi ed Angelino Alfano sulla proposta di riforma costituzionale: un piano per uscire dall’impasse istituzionale da consegnare all’Aula del Senato.
A cura di Redazione
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"Senza istituzioni autorevoli non riusciremo a mettere basi durature per evitare che nuove crisi ci travolgano": è da questa constatazione che parte Angelino Alfano per sottolineare l'esigenza di "andare oltre", di fondare la Terza Repubblica. "Un passo avanti rispetto alla seconda Repubblica, mettendone in sicurezza le conquiste, tra cui il rapporto diretto fra cittadini e Presidente del Consiglio", continua Alfano mentre sviluppa il ragionamento intorno alla proposta politica introdotta da Silvio Berlusconi in apertura della conferenza stampa che si sta tenendo in queste ore nella sala Koch del Senato. Un "atto fondativo di una nuova fase della storia repubblicana" a partire dalla elezione diretta del Presidente della Repubblica, proposta da presentare in Aula al Senato fin dalla prossima settimana, che si colloca, come ha precisato Silvio Berlusconi, in un momento particolare della storia del Belpaese, con la scadenza vicina del settennato di Napolitano, la presenza del Governo tecnico e la discussione a breve giro della riforma della Costituzione.

Berlusconi: Il modello francese, non quello greco – Una riforma di ampio respiro che porti il Paese sulle orme delle grandi democrazie occidentali, proprio seguendo l'esempio della governabilità francese, così lontano dalla confusione e dall'incertezza che riscontriamo in Grecia. E' questo in sostanza il succo del brevissimo intervento introduttivo di Silvio Berlusconi, che non ha mancato di far riferimento alle sollecitazioni di Napolitano, passando poi immediatamente la parola ad Alfano. Il segretario ha invece illustrato nello specifico la proposta, sottolineando anche la possibilità di trattare sulla legge elettorale, "accogliendo anche i rilievi delle altre forze politiche", nell'ottica della più grande modernizzazione del sistema istituzionale italiano. Insomma, in poche parole, il modello francese (con doppio turno, come aggiungerà poi lo stesso Berlusconi) per l'elezione diretta del Presidente della Repubblica e disponibilità al confronto sulla legge elettorale (anche se il Porcellum "ha funzionato e ha garantito la governabilità"). Quanto alla ricostruzione del campo del centrodestra, Alfano ha anticipato la volontà di dar vita ad una formazione "nel rispetto delle nostre radici ideologiche e culturali".

La conferenza stampa – Successivamente Alfano e Berlusconi hanno "accettato di rispondere a qualche domanda" dei giornalisti presenti in sala. A partire da una precisazione necessaria del Cavaliere, il quale ha chiarito, in relazione alle ipotesi di un suo ritorno in campo (magari una candidatura proprio alla Presidenza della Repubblica) la volontà di "fare ciò che chiede il Popolo della Libertà", anche se non ha voluto specificare in che modo pensa di intervenire nella "struttura interna del Pdl". Alfano, protagonista in apertura di un lapsus "sibillino" ("Come dice il presidente Repubblica, volevo dire il presidente Berlusconi…"), ha ribadito invece che considera prioritario che "i cittadini scelgano direttamente il proprio Presidente, con una riforma che è necessaria ed ineludibile […] quanto alle alleanze e al partito, noi non tiriamo per la giacca nessuno e non sviliremo il nostro progetto con una giostra di nomi o di sigle".

Berlusconi, preferirei non essere io il candidato – Ovviamente le domande più spinose sono quelle relative al ruolo di Berlusconi nella nuova formazione politica e ad un'eventuale candidatura alla Presidenza della Repubblica (nel caso andasse in porto il progetto presentato oggi). In tal senso il Cavaliere non manca di ribadire che la sua "preferenza" è quella di "non essere il candidato", anche se è pronto a seguire le indicazioni degli iscritti e dei dirigenti del Pdl. Un partito che non si scioglierà, visto che è ancora estremamente "amato" dagli italiani.

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