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Riforma del lavoro: Fornero e Monti convincono Cisl e Uil ma non la Cgil

Il premier Mario Monti e il Ministro Elsa Fornero continuano a cercare un accordo con le parti sociali. Questa mattina riunione informale a Palazzo Chigi, nel pomeriggio l’incontro ufficiale e, forse, decisivo.
A cura di Alfonso Biondi
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Elsa Fornero e Mario Monti riforma del lavoro

Governo e parti sociali sono riuniti in maniera informale a Palazzo Chigi. Da una parte il Presidente del Consiglio Mario Monti, il Ministro del lavoro Elsa Fornero e quello dello sviluppo economico Corrado Passera e il vice all'economia Vittorio Grilli; dall'altra i segretari delle sindacali, il Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e il numero uno di Rete Imprese Italia Marco Venturi. La trattativa è ripresa dopo un pre-incontro notturno tra il Ministro Fornero e i rappresentanti delle parti sociali. Oggi pomeriggio l'incontro formale- Il vertice di questa mattina precede di qualche ora l'incontro formale di oggi pomeriggio. Si tratta di ore decisive per cercare di raggiungere un accordo che, però, sembra essere ancora lontano. E lo conferma anche il vertice notturno tra i rappresentanti delle parti sociali e la Fornero,  nel quale il confronto su ammortizzatori sociali, flessibilità e articolo 18 non sembra aver riavvicinato le parti. Uno stallo che non piace sicuramente a Mario Monti, che continua a premere affinché la pratica venga archiviata già questa settimana, prima della sua partenza per l'Estremo Oriente. E che il governo non intenda perdere altro tempo l'ha fatto capire il Ministro Fornero che, nel corso della trasmissione Che tempo che fa, aveva annunciato che, entro fine mese, la riforma sarebbe approdata in Parlamento, anche senza l'accordo coi sindacati.

Napolitano: "La mancanza di un accordo sarebbe grave"- Sulla trattativa tra governo e parti sociali è intervenuto anche Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato ha dichiarato che la mancanza di un accordo sul piano di riforma del lavoro "sarebbe grave" ed ha esortato le parti sociali perché "mostrino di intendere che è il momento di far prevalere l'interesse generale su qualsiasi interesse e calcolo particolare".

Sciopero di  due ore della Fiom- Il Comitato centrale della Fiom ha indetto per oggi uno sciopero di due ore. L'obiettivo è quello di ribadire che l'articolo 18 non si tocca e che su questo tema non esistono margini per una mediazione. Nella giornata di ieri Maurizio Landini, numero uno della Fiom, aveva ribadito la posizione delle tute blu, sottolineando che la trattativa sull'articolo 18 potrà riguardare esclusivamente i tempi dei processi. Questa mattina gli operai Fiom dei cantieri Crn e Isa hanno occupato la Ss 16 ad Ancona all'altezza dell'area della frana Barducci. Il blocco, durato un'ora, ha letteralmente mandato in tilt il traffico lungo la statale, che rappresenta la principale via di accesso alla città provenendo dall'A14 nord. La manifestazione è poi stata spostata nel centro città.

Accordo ancora lontano, oggi nuovo vertice alle 16- Secondo fonti sindacali l'intesa sulla riforma è ancora lontana. La Cgil, nello specifico, parla di passi indietro. Dubbioso sul buon esito della trattativa anche Giampaolo Galli, direttore generale di Confindustria: "Non voglio dire se la faccenda è chiusa, su alcuni punti importanti ci hanno detto che è in corso una riflessione, però non abbiamo avuto, peraltro, risposte positive"- ha dichiarato Galli. Più ottimista Marco Venturi, numero uno di Rete Imprese, che dichiara di vedere l'accordo più vicino. Per avere delle altre indicazioni bisognerà però aspettare il vertice formale di oggi pomeriggio, inizialmente previsto per le 15.30 e poi spostato alle 16.  Sullo stallo della trattativa è intervenuto anche il leader del Partito Democratico Pier Luigi Bersani, il quale s'è detto fiducioso sul raggiungimento di un accordo: "Credo che il governo abbia tutti gli elementi per capire le distanze da colmare e trovare possibili punti di caduta".

Monti: "Il Parlamento interlocutore principale"- Il vertice pomeridiano sembra aver allontanato ancora di più governo e parti sociali. "L'esecutivo ha solo manifestato l'intenzione di manomissione dell'articolo 18"- fa sapere la Cgil, sempre meno possibilista sull'eventualità di un'intesa. Il Presidente del Consiglio Mario Monti, in avvio di vertice, ha chiesto che tutte posizioni dei presenti fossero messe a verbale: tale documento, ha affermato Monti, "costituirà la base di proposta che il governo presenterà successivamente al Parlamento che rimane l'interlocutore principale". La Fornero, da canto suo, ha affermato che "il dialogo non finisce oggi, ma continua per la scrittura delle norme".

AGGIORNAMENTO – Prossimo incontro giovedì – Al termine dell'incontro è stato raggiunto un accordo di massima, i sindacati restano contrari su alcuni punti della riforma preparata dal Governo anche se le loro posizioni sono diverse. La più intransigente è sempre la Cgil soprattutto sulle modifiche all'art.18 esposte dalla Fornero. La trattativa comunque è conclusa nonostante gli incontri per redigere il testo finale da presentare in Parlamento proseguiranno con un nuovo appuntamento giovedì alle 16 a Palazzo Chigi per chiudere il tutto entro venerdì 23 marzo.

AGGIORNAMENTO 20.30 – Solo la Cgil contraria alle modifiche sull'art.18, lo rivela il Premier Monti nella conferenza stampa al termine del lungo vertice con le parti sociali. Un accordo di massima con le altre parti è stato raggiunto.

AGGIORNAMENTO 21.10 – "Il compito della riforma è ridurre l'occupazione strutturale sopratutto per quanto riguarda giovani e donne" lo ha detto il Ministro Fornero durante la conferenza stampa, dove ha più volte ribadito che la riforma è equilibrata. Tra le novità della proposta di riforma del lavoro, l'aspi, assicurazione sociale per l'impiego, al posto del vecchio assegno di disoccupazione e che durerà solo un anno. Il lavoro flessibile a tempo determinato costerà di più alle imprese, circa l'1,4% in più che sarà restituito nel caso venga stabilizzato il lavoratore. Sul discusso articolo 18 confermato quanto già trapelato nei giorni scorsi, con l'estensione a tutti delle norme sul licenziamento discriminatorio e una modifica per i licenziamenti per motivi economici e disciplinari.

AGGIORNAMENTO 22.10 – Dura reazione della leader della Cgil Susanna Camusso che preannuncia il secco no alla bozza predisposta dal Governo. Un accordo irricevibile in particolar modo per quanto riguarda la revisione dell'articolo 18, che porrebbe i lavoratori "alla mercè dei datori di lavoro, secondo uno schema che non è affatto difficile da prevedere". A questo punto, spiega la Camusso in conferenza stampa, non resta che attendere il passaggio parlamentare e chiedere alle forze politiche un atto di grande responsabilità. Insomma, come a dire che questo è il momento della verità per quei partiti che hanno tra i lavoratori la loro base elettorale e la loro area di riferimento.

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