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Ricercatrice napoletana scopre testo inedito di Pier Paolo Pasolini nascosto per 50 anni

Un dattiloscritto autografo, che Pier Paolo Pasolini aveva scritto in occasione della presentazione a Roma del volume “Degli Angeli” di Rafael Alberti nel 1966, è stato ritrovato da una dottoranda dell’Università di Salerno e aggiunge importanti conoscenze sull’ammirazione che Pasolini nutriva per il poeta spagnolo esule in Italia.
A cura di Redazione Cultura
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Succede di imbattersi, mentre si studia un altro argomento, di ritrovare documenti e testimonianze che esulano dall'oggetto dalla ricerca. La ricerca storica, letteraria e persino scientifica è piena di storie simili. Stavolta è successo a una giovane studiosa napoletana, la ventinovenne Francesca Coppola, dottoranda di ricerca in letteratura spagnola all’Università di Salerno, che ha trovato un dattiloscritto autografo inedito di Pier Paolo Pasolini, con correzioni a mano, fra le carte custodite all’Archivio Contemporaneo Bonsanti del Gabinetto Scientifico letterario G. P. Vieusseux di Firenze. Il testo di Pasolini è dedicato alla celebre silloge “Sobre los ángeles” di Rafael Alberti, tradotta in Italia da Vittorio Bodini per Einaudi con il titolo “Degli Angeli” nel 1966.

Il ritrovamento dell'autografo pasoliniano è importante perché testimonia una profonda ammirazione del grande poeta, regista e intellettuale italiano per l'esule Alberti, rispetto a cui Pasolini si definirebbe soltanto “un apprendista”. Altro elemento abbastanza unico sarebbe il fatto che la scoperta della dottoranda napoletana, impegnata nella tesi dottorale su Alberti, è riuscita a individuare un documento che il poeta spagnolo aveva invano cercato e che avrebbe voluto conservare.

Credo che non ci sia razza di poeta più diversa da me di quella di Rafael Alberti. Tutto quello che so della poesia, non vale infatti per conoscere Alberti. Tutto quello che so l’esaurisco per fare poesia io stesso, e per farne esperienza nel leggere, da critico, gli altri poeti che un po’ mi somigliano. Ma la più bella cosa del mondo è continuare ad apprendere. Chi di noi non desidererebbe essere sempre apprendista, ragazzo di bottega? È così che mi sento leggendo Alberti. Come un ragazzo che entra a imparare il lavoro a una bottega, e vede il maestro intento all’opera: un’alta montagna di cristallo.

Parole di venerazione, insomma. L’inedito pasoliniano ha trovato un suo spazio nelle pagine del saggio “Su Rafael Alberti: un dattiloscritto autografo (e inedito) di Pier Paolo Pasolini”, nel suo saggio, la ricercatrice Francesca Coppola ricostruisce le fasi dell’interesse di Pasolini per la poesia iberica e offre uno studio con edizione critica del testo. L'inedito, originato come intervento da tenere in pubblico, oggi è divulgato con l’autorizzazione dell’erede e cugina di Pasolini, Graziella Chiarcossi. Lo scrittore e regista friulano, infatti, lesse il suo scritto senza consegnarlo a nessuno in occasione della presentazione di “Degli Angeli” avvenuta il 30 maggio del 1966 in via Veneto a Roma, alla Libreria Einaudi, ormai chiusa da anni.

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