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Rapina Lanciano, cosa è successo nella villa e come sono stati arrestati i malviventi

Ha scosso l’opinione pubblica nazionale la brutale violenza subita da due coniugi a Lanciano nel corso di una rapina. Proviamo a ricostruire cosa è successo nella villa della famiglia Martelli, chi sono i criminali che hanno colpito e come sono stati presi dalle forze dell’ordine.
A cura di Biagio Chiariello
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Quello di Lanciano è diventato indubbiamente il caso di cronaca della settimana. vittime sono marito e moglie (lui Carlo Martelli, 69 anni, chirurgo cardiovascolare in pensione – fondatore dell’associazione Anffas e la coniuge Niva Bazzan); legati, rapinati e picchiati, quindi derubati. Non solo: alla donna i quattro rapinatori, tutti incappucciati, hanno reciso il lobo dell’orecchio destro. I banditi (tutti di nazionalità rumena) cercavano la cassaforte ed è proprio la ricerca della cassaforte, che però non c’era, avrebbe fatto scattare la violenza. La coppia (che ha un figlio disabile, risparmiato dai rapinatori) è rimasta in balia dei balordi per un paio d'ore: mentre uno di loro teneva d’occhio i due ostaggi, altri tre sono andati con l'auto della donna, una Nissan Yaris bianca, allo sportello della banca più vicina per prelevare quanti più contanti possibile. Solo dopo le 4, il medico è riuscito a liberarsi dalle fascette di plastica con cui era stato legato, e a liberare anche la moglie, prima di lanciare l'allarme. La fuga dei rapinatori è durata poco più di tre giorni: tutti e quattro sono stati già arrestati.

Chi sono i quattro rapinatori

Dopo l’arresto dei primi tre componenti della banda, ieri è stato preso anche il quarto uomo: fermato dagli uomini dello Sco e della squadra mobile a Caserta. Si chiama Alexander Bogadan Coltenau e ha 26 anni e secondo alcuni sarebbe il capo della gang (ipotesi comunque da verificare). In manette erano già finiti i fratelli Costantin Aurel Turlica, 22 anni e Ion Cosmin Turlica, 20, e il loro cugino Aurel Ruset, 25 anni. I rapinatori di giorno conducevano un'esistenza sulla carta normale: svolgevano lavori da muratori o da giardinieri e non davano nell'occhio. Integrati nella comunità, parlavano benissimo l'italiano e sole di notte si trasformavano in spietati criminali. Un profilo, quello dei romeni fermati, che ha sorpreso gli stessi inquirenti.  Tutti e quattro si stavano dando alla fuga. Avevano infatti ripulito la loro abitazione in corso Roma e si allontanavano con i loro effetti personali. Sussistono “gravi indizi di colpevolezza” hanno assicurato gli uomini alla Squadra mobile di Chieti e agli uomini del commissariato di Lanciano.

I rapinatori di Lanciano
I rapinatori di Lanciano

Il "capo" tradito dall'orologio rubato

Il rumeno presunto capobanda del commando criminale è stato tradito dal tentativo di vendere uno degli orologi che aveva rubato nella villa dei Martelli. Coltenau avrebbe contattato un gruppo di ricettatori, sperando di piazzare l'orologio e di sovvenzionarsi la fuga. Un passo falso che ha permesso agli investigatori di rintracciarlo nella zona di Caserta, e per la precisione – come riportato da Il Corriere della Sera – nei pressi dello stadio di Casal di principe, dove già in passato lo Sco aveva registrato la sua presenza. Non è comunque chiaro se si tratti davvero del “capo”: rispetto agli altri 3 criminali arrestati vi sarebbe infatti un rapporto paritario.

Come sono stati arrestati i malviventi

Le tracce di sangue sui giubbotti e sulle scarpe, 3.400 euro nascosti nella macchina assieme ai vestiti pronti per una rapida fuga, il gps della Golf che li colloca nell’area della villa durante l’orario della rapina, e infine le immagini delle telecamere dei bancomat che li riprendono in volto. Sono questi i quattro elementi che hanno portato all’arresto dei primi tre romeni. La svolta nelle indagini sulla violenta rapina è scattata nella notte fra martedì e mercoledì, quando i tre presunti malviventi sono stati protagonisti di un incidente stradale alle porte di Lanciano. Una volta che le forze dell’ordine sono intervenute, è scattato il sospetto, ed è stata quindi piazzata una cimice nell’auto dei tre ragazzi rumeni. Dalle parole intercettate si è intuito che il gruppo intendeva lasciare l’Italia.

Le accuse

I quattro indagati, ha fatto sapere il capo della Procura di Lanciano, Mirvana Di Serio, devono rispondere di rapina pluriaggravata, lesioni gravissime, sequestro di persona e porto abusivo di armi. Durante la conferenza stampa è intervenuto anche il questore di Chieti, Ruggiero Borzacchiello, che ha parlato di un “lavoro egregio, fatto con grande professionalità e che ha portato in breve tempo alla soluzione della vicenda. Lo dovevamo anche moralmente ai coniugi Martelli”. Alfredo Fabbrocini, primo dirigente dello Sco della polizia ha anche sottolineato la rapida risposta delle Forze dell’ordine al sospetto che la banda fosse in fuga: “Non potevamo permetterci questa sconfitta”.

Sospettati anche di altri colpi nella zona di Lanciano

I quattro malviventi rumeni era già sospettati per altri colpi nella zona: sei furti con spaccata commessi nelle ultime tre settimane a danni di bar, tabacchi e benzinai, dove avevano rubato numerosi gratta e vinci, stecche di sigarette e contanti. Per questo motivo, la loro macchina era già sotto controllo e gli investigatori sono riusciti a collegare in breve tempo gli uomini alla rapina nella villa Martelli. Ora, secondo indiscrezioni, la Procura di Lanciano vuole verificare (attraverso analisi del Dna e altri riscontri) se gli indagati siano da ritenersi autori anche delle altre cruente rapine in villa avvenute nell’ultimo anno nel provincia di Chieti. Se ci fossero elementi sufficienti, tutti i casi potrebbero essere riuniti in un unico fascicolo. È quanto spiegato dal col. Florimondo Forleo a capo del comando provinciale dei carabinieri di Chieti.

Nessun italiano e nessuna donna nella banda

"Il quarto uomo è romeno? Mai detto che è romeno, ma certamente non è pugliese, per di più i tre fermati ieri parlano benissimo l'italiano", ha detto durante una conferenza stampa Fabbrocini, smentendo le vittime delle altre rapine che avevano indicato come capo della banda che ha terrorizzato il Lancianese un uomo che parlava con l'accento pugliese. Esclusa anche la presenza di una donna.

La soddisfazione di Salvini

La banda è stata quindi sgominata. E il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini ha espresso la propria soddisfazione: “Rapina con aggressione a Lanciano: preso anche il quarto infame. È un romeno che è stato arrestato a Caserta. Grazie e complimenti alle forze dell’ordine. Da parte mia, l’impegno per avere un Paese sempre più sicuro e con pene certe per i criminali”.

Il riferimento ad Arancia Meccanica

“Il film ‘Arancia meccanica’ forse fa ridere in confronto a ciò che hanno fatto a queste persone, anche perché c’era un ragazzo disabile e hanno frugato anche nella sua stanza. Fortunatamente non lo hanno toccato”, ha detto Alfredo Martelli, fratello di Carlo, il primo a soccorrere i coniugi dopo l’aggressione. “Non mi sento tranquillo, nonostante abbia i cani e sia un uomo in forze. Non si sente tranquillo nessuno”, ha aggiunto. Non è la prima rapina in villa nella zona, dice ancora il fratello del chirurgo: “Sono stati costretti a mettere inferriate e telecamere, ma le telecamere non servono a niente, sono incappucciati e dopo che è successo il fatto non si può più fare niente”. E lancia un appello: “Lo stato si deve muovere. Servono pene certe ma molto più severe. Essere sequestrati in casa la notte è un’esperienza che ti porti per tutta la vita“.

La donna mutilata: "Io perdono, ma lo Stato non deve farlo"

"La soluzione così rapida del caso mi permetterà di essere più sereno anche nel rientrare a casa", così Carlo Martelli ha accolto con soddisfazione la buona riuscita dell’operazione delle forze dell'ordine. E significativo è anche il messaggio di Niva, a cui i malviventi hanno tagliato un orecchio: "Io li perdono perché questo mi aiuterà a recuperare serenità, ma lo Stato non li deve perdonare. Non provo rabbia, ma un grande dispiacere per tanta violenza inutile".

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