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Rapina a Lanciano, la donna mutilata: “Io scelgo di perdonarli ma lo Stato sia severo”

“Io li perdono perché questo mi aiuterà a recuperare serenità ma lo Stato non li deve perdonare” ha spiegato Niva Bazzan, la donna vittima della violenta aggressione a scopo di rapina subita insieme al marito Carlo Martelli nella loro villa di Lanciano durante la quale la banda di malviventi le ha tagliato anche parte del’orecchio destro.
A cura di Antonio Palma
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Aggredita i casa in piena notte assieme al marito da una banda di criminali, brutalmente picchiata per ore e infine mutilata col taglio del lobo dell'orecchio destro ma lei ha scelto comunque di perdonarli. Stiamo parlando di Niva Bazzan, la donna vittima di una violenta aggressione a scopo di rapina subita insieme al marito Carlo Martelli nella loro villa di Lanciano, in provincia di Chieti, nella notte tra sabato e domenica. "Qualcuno mi ha chiesto se sono disposta a perdonare: io li perdono perché questo mi aiuterà a recuperare serenità" ha spiegato infatti la 70enne al prefetto di Chieti, Antonio Corona, che mercoledì ha fatto visita alla donna e al marito ancora ricoverati in ospedale. "Lo Stato però non li deve perdonare" ha sottolineato la donna, aggiungendo: "Non provo rabbia, ma un grande dispiacere per tanta violenza inutile"

Proprio nel letto d'ospedale la donna e il marito hanno saputo degli arresti di tre dei presunti responsabili dell'aggressione tre giovani rumeni sospettai di altri colpi che pare  stessero già organizzando la fuga . "Mi sento davvero confortato dagli arresti. La soluzione così rapida del caso mi permetterà di essere più sereno anche nel rientrare a casa. Ho raccontato quello che mi è successo per aiutare le indagini, ora non vedo l’ora di tornare alla normalità senza paura" ha commentato Carlo Martelli. Come ha confermato lo stesso 69enne , all'appello però manca ancora una quarta persone: l'uomo che parlava italiano nel gruppo dei rapinatori era che era riconosciuto come il capo della banda.

"Ero arrivato a un punto in cui ero sicuro che avrebbero ucciso sia me che mia moglie. Ogni domanda un pugno, una minaccia, fino a quella incredibile violenza su mia moglie. Un gesto senza senso che mi lascia ancora senza parole" ha ribadito l'uomo  che a differenza della moglie è stato dimesso dall'ospedale dopo che i medici hanno giudicato meno gravi le sue condizioni. "Ho reso testimonianza anche attraverso i media di quanto ho vissuto perché lo ritenevo un dovere di cittadino, ma ora è tempo che i riflettori non siano più accesi su di me" ha concluso l'uomo.

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