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Proibizione cannabis: l’OMS avvia il percorso di revisione. E’ la prima volta che accade

Per la prima volta da 57 anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità si appresta a rivalutare scientificamente gli effetti della cannabis.
A cura di Davide Falcioni
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Per la prima volta in assoluto la cannabis potrebbe essere depennata dalla lista stilata dall'Organizzazione Mondiale della Salute sulle droghe. A renderlo noto Marco Perduca, ex senatore radicale e membro dell'Associazione Luca Coscioni, presente nei giorni scorsi a Ginevra durante la sessione aperta  della Commissione di Esperti sulle Dipendenze da Droga dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che per la prima volta nella storia delle Nazioni Unite avvierà una revisione delle proprietà terapeutiche della cannabis. Associazione Coscioni, Società della Ragione, Forum Droghe e la Fondazione DRCNet hanno presentato in quell'occasione un documento a sostegno della ricollocazione della cannabis nelle tabelle internazionali. “L’Italia non ha partecipato alla fase di pre-revisione, eppure da 10 anni aggiorna continuamente il proprio quadro normativo sulla “cannabis terapeutica”; vedremo se il sedicente ’Governo del Cambiamento” saprà cogliere questa occasione storica”, ha detto Perduca.

La marijuana è attualmente inserita nella Tabella I (altamente additiva e soggetta ad abuso) e nella Tabella IV (sostanze incluse nella Tabella I raramente utilizzate nella pratica medica) della Convenzione Unica sugli stupefacenti del 1961. Tale incrocio di collocazioni complica, impedendola di fatto, la ricerca sui componenti attivi della pianta a causa delle difficoltà amministrative che gli scienziati incontrano per avere accesso alle sostanze. Come ha sovente denunciato anche Associazione Luca Coscioni, l’assegnazione della cannabis nelle Tabelle I e IV della Convenzione del 1961 non avvenne dopo una valutazione scientifica da parte dell’Oms; oggi, dato il diffuso uso medico della sostanza e dei suoi derivati, l’inclusione nella tabella IV risulta ancor meno giustificabile di 57 anni fa.

Secondo Perduca "se il mondo ricco può usare terapie a base di cannabis non si capisce perché i paesi vittime del proibizionismo Occidentale non possano coltivare la cannabis, spesso pianta tradizionale, e aiutare i propri cittadini proprio come quelli dei Paesi che, dal dopoguerra a oggi, han imposto leggi draconiane contro produzione e uso terapeutico della pianta medica". Per giungere a una decisione finale dovranno essere studiati gli aspetti chimici, farmacologici, tossicologici, epidemiologici nonché gli usi terapeutici della pianta. "Le prime notazioni del rapporto degli esperti confermano quanto andiamo dicendo da anni relativamente alla scarsità di studi per comprovare le proprietà terapeutiche della cannabis" conclude Perduca "anche per questo, torneremo ad appellarci al Governo perché dedichi risorse umane e finaziarie a studi e trial clinici con la pianta medica."

Nei prossimi mesi le Nazioni Unite saranno messe di fronte alla necessità di bilanciare il “principio di precauzione” proibizionista con le novità tecno-scientifiche occorse in tutto il mondo recentemente. Ad esempio, secondo quanto riferisce l’OMS sul cannabidiolo, CBD, puro:

 Il CBD non è noto per creare dipendenza, e non ci sono prove di problemi relativi alla salute pubblica associati all'uso del CBD puro. Secondo il resoconto finale redatto degli esperti dell'OMS sulla base della letteratura scientifica che era stata utilizzata per la sessione sulla cannabis, "è stato dimostrato che il CBD, in alcuni casi, cura l'epilessia. Negli Stati Uniti, un prodotto a base di CBD, l'Epidiolex, è in corso di revisione per approvazione". Le persone usano anche prodotti CBD – oli, integratori, gomme ed estratti – per curare da soli molti disturbi minori, afferma il rapporto.

-Mentre i Risultati sul Delta-9-Tetraidrocannabinolo, THC puro

Secondo il rapporto degli esperti dell'OMS è quasi impossibile che si possa verificare un'overdose da THC. Una persona del peso di 70 kili, ad esempio, avrebbe bisogno di consumare circa 4 grammi di THC, l'equivalente di 260 spinelli contemporaneamente, per avere un'overdose. (Dati confermati a più riprese anche dalla DEA americana). Il THC può provocare "disorganizzazione concettuale, pensiero frammentato, sospettosità, delusioni paranoiche e grandiose e distorsioni percettive" sebbene tutte temporanee.

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