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Prato, la donna che ha avuto un figlio con l’allievo 15enne risponde alle domande del giudice

Oggi l’interrogatorio di garanzia davanti al gip per la donna di trentuno anni di Prato accusata di atti sessuali su minore e violenza sessuale che da un minorenne ha avuto un figlio. Al loro ingresso nel palazzo di giustizia gli avvocati difensori hanno anticipato che la loro assistita risponderà alle domande del giudice.
A cura di Susanna Picone
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È il giorno dell’interrogatorio di garanzia, davanti al gip di Prato, per l'operatrice socio-sanitaria di trentuno anni finita agli arresti domiciliari la settimana scorsa con l’accusa di atti sessuali con minore e violenza sessuale. Al loro ingresso nel palazzo di giustizia di Prato, gli avvocati difensori della donna – che da un minorenne al quale dava ripetizioni di inglese ha avuto un figlio la scorsa estate – hanno anticipato che la loro assistita risponderà alle domande del giudice. Nei giorni scorsi, l'11 marzo, la donna aveva rilasciato alcune dichiarazioni spontanee.

Richiesta incidente probatorio per il ragazzo – Il procuratore Giuseppe Nicolosi ha presentato al gip la richiesta di incidente probatorio per cristallizzare le dichiarazioni della presunta vittima dei reati di atti sessuali con minore e violenza sessuale per induzione da parte della trentunenne arrestata a Prato.

L’arresto della donna che ha avuto un figlio col 15enne a cui dava ripetizioni

L’arresto della trentunenne, finita ai domiciliari, risale alla settimana scorsa. La donna, un’infermiera conosciuta in palestra dai genitori del ragazzino, dava ripetizioni private di inglese al minorenne. Durante quelle lezioni sarebbe nato il rapporto tra i due, fino alla gravidanza della donna e alla confessione del minore ai familiari. A quel punto la famiglia del ragazzo ha denunciato la donna e sono così scattati tutti gli accertamenti del caso: dall’esame del Dna per risalire alla paternità del neonato, appunto risultato figlio del ragazzino, al controllo dei messaggi che i due si sono scambiati nel tempo. La trentunenne arrestata risponde anche di violenza sessuale per induzione perché avrebbe minacciato il ragazzino che non voleva più avere rapporti sessuali con lei. A quanto emerso, tra le altre cose gli avrebbe più volte detto, tramite messaggi Whatsapp, che qualora lui non avesse voluto proseguire la relazione, lei si sarebbe tolta la vita o avrebbe portato il loro figlio (che intanto è stato riconosciuto dal marito, ora indagato per alterazione di stato civile) nei pressi della scuola che frequenta il ragazzino. Tra gli accertamenti compiuti negli ultimi giorni anche un altro esame del Dna sul primo figlio della donna: esame che ha confermato che il marito della donna è il padre del loro primogenito, che ha undici anni.

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