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Prato, il minore alla donna da cui ha avuto un figlio: “Ti prego non portare il bimbo in palestra”

Nell’ordinanza del gip le conversazioni tra la donna arrestata a Prato e il minorenne dal quale ha avuto un figlio. In chat il ragazzo quasi implorava la donna: “Già mi hai rovinato la vita, puoi evitare di portarlo in palestra”, le scriveva. I contatti tra i due sono tutti in 170 pagine di chat stampate.
A cura di Susanna Picone
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“Già mi hai rovinato la vita, puoi evitare di portarlo in palestra”. Con queste parole l’adolescente si rivolgeva alla donna arrestata ieri a Prato, una trentunenne impiegata come operatrice sociosanitaria che impartiva ripetizioni scolastiche al ragazzo dal quale ha poi avuto un figlio. Nelle chat finite nell'ordinanza con cui il gip del tribunale di Prato ha autorizzato l'arresto della donna, il giovane la implorava di non portare il neonato nella struttura dove lui si allenava. “I contatti tra i due sono tutti in 170 pagine di chat stampate”, ha spiegato il procuratore capo di Prato, Giuseppe Nicolosi, che coordina le indagini sul caso. Conversazioni che documentano la loro relazione. Dall'analisi del cellulare della donna, è emersa anche la frequentazione di siti pedopornografici da parte della signora e di contatti con altri ragazzi minori. Il ragazzo era di fatto vittima di torture psicologiche. La donna “in talune occasioni (…) induceva ai rapporti sessuali il minore dopo averlo assillato con centinaia di messaggi su WhatsApp, anche in orario scolastico”. In alcuni casi, si legge nell'ordinanza di applicazione della misura cautelare, “veniva indotto a compiere atti sessuali a fronte della prospettazione esplicita della donna di volersi suicidare e della possibilità di essere dissuasa dal compimento di atti autolesivi, esclusivamente in ragione della prosecuzione della relazione sentimentale e sessuale instaurata con il minore, di cui si diceva perdutamente innamorata”.

Le chat tra il minore e la donna arrestata a Prato

La denuncia nei confronti della donna arrestata è stata presentata dei genitori del minorenne lo scorso 8 marzo. Il ragazzino aveva confidato alla madre di essere stato costretto ad atti sessuali con l'insegnante che gli impartiva ripetizioni di inglese. Nel dicembre del 2017 il ragazzo avrebbe saputo dalla stessa donna di essere il padre del bambino che portava in grembo. Ascoltati a sommarie informazioni, l'11 marzo scorso, il responsabile della palestra e l'istruttrice di karate del ragazzino hanno detto di aver parlato con lui su richiesta della madre. “Ci disse che la sera prima aveva saputo che chattava con frequenza assidua con la 31enne, che è la madre di un altro mio allievo”. L’adolescente “disse che la sentiva perché lei minacciava di ammazzarsi e quindi cercava di sostenerla e tranquillizzarla – le parole dell'insegnante di karate nell'ordinanza del gip -. Si vedeva che era nervoso (…). Cercai di rassicurarlo e di farlo sentire libero di parlare. Gli chiesi allora di chi fosse il figlio più piccolo, visto che lei non faceva mistero che il padre non fosse il marito”. A quel punto le lacrime e la confessione: “In quel momento scoppiò a piangere e disse che lei gli aveva comunicato che era suo. Iniziò a urlare dicendo che quella donna gli aveva rovinato la vita. Raccontò che la 31enne aveva scritto su Facebook di essere incinta e lui, spaventato dall'eventualità di poter essere il padre del bambino, l'aveva chiamata. Lei gli aveva detto di non preoccuparsi perché il bambino era figlio del marito ma, a gravidanza ormai avanzata, gli aveva confessato che in realtà il piccolo che portava in grembo era suo. A quel punto l'aveva pregata di abortire, ma lei gli aveva detto che oramai era tardi”. Chiedeva che la donna non portasse il bambino nella palestra dove lui si allenava. “Già mi hai rovinato la vita, puoi evitare di portarlo in palestra”. E ancora: “Ti prego, non lo portare sono incasinato già con la scuola non mi creare altri problemi", " ti dico che sono in situazione che non riesco neanche a concentrarmi a scuola ti prego davvero", "ti prego, voglio andare bene a scuola e fare felici i miei te lo scongiuro faccio ciò che vuoi". A quel punto, come si legge anche nell'ordinanza, “viene prospettato un vero e proprio accordo, in base al quale la donna non avrebbe più portato il bambino in palestra e il ragazzino, in cambio, sarebbe andato a casa sua quando lei lo avrebbe chiamato".

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