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Veneto, l’assessore regionale Elena Donazzan (Fdi) canta ‘Faccetta nera’: Pd chiede dimissioni

L’assessore regionale all’Istruzione della Regione Veneto ed esponente di Fratelli d’Italia, Elena Donazzan, è finita al centro delle polemiche dopo aver cantato Faccetta nera in radio, rivendicando la sua preferenza per questo canto rispetto a Bella Ciao. Il Pd in Consiglio regionale chiede le sue dimissioni o, in alternativa, che il presidente Luca Zaia la rimuova dal suo incarico.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il collegamento radiofonico inizia con i primi versi del canto di epoca fascista ‘Faccetta nera’. Per questo motivo l’assessore regionale all’Istruzione del Veneto ed esponente di Fratelli d’Italia, Elena Donazzan, è finita al centro della polemica, con la richiesta di dimissioni da parte del centrosinistra regionale. Donazzan è intervenuta durante la puntata dell’8 gennaio della trasmissione La Zanzara, su Radio 24, e ha intonato Faccetta nera, spiegando perché sceglie questo canto rispetto a Bella Ciao. “Ero bambina quando l’ho imparata”, spiega sostenendo che chi la canta non è comunque fascista. “Ci sono cresciuta”, spiega ancora e risponde a chi le chiede se non ha dubbi nel scegliere Faccetta nera invece di Bella Ciao: “Neanche uno, nelle case uno cantava una cosa e uno l’altro”.

L’assessore regionale del Veneto racconta ancora: “Da bambina io canticchiavo questo, perché è parte della storia e della mia famiglia. Siamo figli e nipoti della stessa Italia”, dice ancora chiamando in causa l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, che sceglierebbe certamente Bella Ciao. Poi Donazzan si giustifica ancora parlando del suo zio fedele al fascismo e spiega come lui ha sempre giustificato questa militanza: “Bambina, si giura una volta sola”, era la frase che le ripeteva da piccola. Il centrosinistra chiede le dimissioni di Donazzan o, in alternativa, che il presidente della Regione, Luca Zaia, la rimuova dall’incarico.

Canta Faccetta nera in radio, la difesa di Donazzan

Donazzan replica e si difende: “La libertà non si predica, si difende: la libertà di pensiero deve sempre essere legata alla libertà delle persone, e mai scadere in offesa o violenza. Sono dispiaciuta per le recenti dichiarazioni di alcuni colleghi consiglieri regionali di opposizione, che vanno esattamente nella direzione opposta: sono dispiaciuta più dai toni che dai contenuti, che trovo privi di senso della verità. A questi ultimi ricordo che abbiamo cose importanti da fare, e le priorità sono a me molto chiare: non perderò tempo nel rincorrere un tentativo ulteriore di alimentare l'odio”.

Pd chiede dimissioni o che Zaia la rimuova da incarico

La richiesta di dimissioni viene soprattutto dal Pd e dal suo gruppo in Consiglio regionale: “Chi canta inni fascisti non può stare in un'istituzione e, peggio, fare l'assessore all'Istruzione”, affermano i dem con il capogruppo Giacomo Possamai. “Abbiamo assistito sconcertati alla ‘performance' – affermano i consiglieri del Pd – e presenteremo un'interrogazione a Zaia non solo per chiedergli di dissociarsi ufficialmente, ma per sapere se intende toglierle le deleghe, visto che lei non darà autonomamente le dimissioni. È un episodio gravissimo, purtroppo non il primo, che non può essere ancora derubricato a ricordo di infanzia o goliardata. È assolutamente fuorviante parlare di libertà di pensiero e libertà delle persone, come ha fatto la Donazzan per difendersi dalle accuse, perché il fascismo fu esattamente l'opposto: odio, razzismo e sopraffazione, il periodo più buio della storia d'Italia. La Giunta prenda le distanze, ma lo faccia sul serio, non a parole”.

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