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Vendola papà, in un Paese di guardoni

Il dibattito sul figlio di Nichi Vendola e del suo compagno Ed è costruito ad arte su basi completamente sconnesse, strumentalizzate e in parte false. Così il veleno che gocciola in giro è ancora una volta il germogliare di un’ignoranza sventolata con sicumera. Tre esempi per capirsi.
A cura di Giulio Cavalli
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Si sono scatenate in rete le bave e i morsi sulla nascita di Tobia Antonio, figlio di Ed Testa, il trentottenne italo canadese compagno di Nichi Vendola. La notizia, attenzione, è semplice ed una: Ed Testa è il padre biologico del bambino ottenuto grazie alla maternità surrogata come sancito dalla legge canadese. Che Ed Testa ami Nichi Vendola e sia il suo compagno da molti anni (molti di più della media fedifraga di molti benpensanti sputasentenze di queste ultime ore) è una sfera che riguarda l'amore. Scrivere che "Nichi Vendola" è diventato padre (o peggio, come ha scritto qualcuno: "Nichi Vendola ha comprato un figlio") non è giornalismo, è un soffiare sul fuoco degli istinti bassi. Attenzione, è legittimo, ma è un dibattito che mescola leggi ed elementi, fatti privati che non hanno declinazioni pubbliche, legislazioni differenti dalla nostra e, per l'ennesima volta, volutamente confondono stepchild adoption con eterno in affitto.

Ed Testa e il suo compagno Nichi Vendola hanno semplicemente esercitato un diritto sancito dalla legge canadese, madre terra del piccolo Tobia Antonio. Che quella legge sia giusta o meno ne possiamo discutere all'infinito, che Vendola sia stato "furbo", "egoista" o senza etica è falso. Chiariamo il punto.

Mi spiego: per i testimoni di Geova un uomo salvato grazie ad una trasfusione è un uomo sopravvissuto alle regole di Dio. È giusto? È sbagliato? Davvero ci sarebbero migliaia di lupi inferociti pronti a pontificare sulle personali motivazioni che possono avere spinto il nostro paziente a contravvenire le "proprie regole" per avere la salva la vita? La sentite la distanza tra un'ignorante e superficiale generalizzazione rispetto al cuore delle scelte personali?

Mi ripeto: esistono alcuni Paesi del mondo in cui sono vietate alcune pratiche sessuali che legittimamente accadono in molti dei nostri letti. Ciò che per noi è una delle tante declinazioni del desiderio e dell'amore per altri è un'oscena pratica contro natura e contro le leggi locali. È giusto? È sbagliato? Sareste pronti a massimizzare il sesso orale che, ad oggi, è fuorilegge in 12 Stati degli Usa, solo per fare un esempio?

Ancora: nello Stato di New York è consentito sposarsi con un proprio cugino (o cugina) di primo grado. Siamo anormali noi? Sapreste davvero formulare un giudizio valevole sull'etica di tutte le persone che hanno a che fare con questa diversità di legge? Esiste un giudizio che vale per tutti, per sempre?

Ecco: ognuno è libero di sparger veleno prendendosene la responsabilità ma crocifiggere un uomo per colpire di sponda i diritti civili di qualcuno è mistificazione. E la mistificazione non va accettata, la mistificazione non può non essere smascherata. Diceva Mark Twain: «io non temo ciò che non conosco ma temo ciò che credo vero e invece non lo è». Appunto.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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