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Vaccino anti Covid, Arcuri: “Prime dosi a fine gennaio in centinaia di centri di distribuzione”

Il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha assicurato che le prime dosi del vaccino Pfizer saranno disponibili a fine gennaio: “Sarà la più grande operazione di vaccinazione di massa della storia e prevede un processo logistico e organizzativo molto complesso. Abbiamo iniziato a lavorarci dallo scorso mercoledì, ma saremo pronti”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri ha dato alcune anticipazioni sul piano di vaccinazioni del governo, spiegando che i centri di distribuzione del vaccino anti Covid "saranno sicuramente molte decine, se non qualche centinaio" e saranno dislocati in tutta Italia. Sarà proprio Arcuri infatti a coordinare la logistica e la distribuzione alle Regioni.

Intervenuto a ‘Porta a Porta', ha precisato che non si prevede una distribuzione del vaccino nelle farmacie. Le prime dosi di quello della Pfizer saranno disponibili a fine gennaio: "Avremo i primi 3,4 milioni di dosi di vaccino della Pfizer che andranno somministrate due volte ad ogni persona, e quindi saranno rivolte a 1,7 milioni di pazienti entro l'ultima parte del mese di gennaio. Sarà la più grande operazione di vaccinazione di massa della storia e prevede un processo logistico e organizzativo molto complesso. Abbiamo iniziato a lavorarci dallo scorso mercoledì, ma saremo pronti".

"Le modalità di somministrazione dovranno garantire lo stesso livello di efficienza ed efficacia della distribuzione – ha aggiunto – e dunque dovrà essere una somministrazione molto massiccia e abbastanza concentrata in dei luoghi di cui stiamo discutendo con le Regioni". Quanto all'individuazione del milione e settecentomila italiani che saranno vaccinati per primi, il Commissario ha sottolineato che saranno due "i fari" che devono guidare le scelte: "Il livello di esposizione al contagio di certe categorie, che sono per loro natura più vicine al rischio, e l'altro è il livello di fragilità degli individui. Esposizione al rischio e fragilità sono i criteri con i quali verranno stabilite le priorità".

Quanti sono i posti in terapia intensiva

"I posti in terapia intensiva sono il doppio di marzo", ha detto. "In questi giorni – ha sottolineato – ho ascoltato una polemica quanto alla situazione delle terapie intensive. Qualcuno ha detto che il commissario dichiara che ci sono 10.000 posti in terapia intensiva. Oggi il presidente dell'Istituto superiore di sanità, il professor Brusaferro, che ringrazio, in conferenza stampa ha dichiarato che i posti letto in terapia intensiva in Italia sono ad oggi 9.931, quindi devo chiedere scusa perché ho fatto un'approssimazione di 69".

Arcuri ha aggiunto che "con le dotazioni che i miei uffici hanno a disposizione si arriva facilmente a 11.200. Questa sera purtroppo 3.612 italiani sono ricoverati in terapia intensiva. Quindi abbiamo 3.600 persone ricoverate e 9.900 posti letto attivati".

Così "i posti in terapia intensiva sono ormai quasi il doppio di quelli che avevamo a marzo, ovvero 5.179, e questo è il risultato di uno sforzo enorme che tutto il sistema in questi mesi ha fatto per contrastare l'emergenza". Oltre il 30% dei posti in terapia intensiva occupati dai malati Covid si va in emergenza, "i sistemi cominciano ad entrare in fibrillazione. Però – ha sottolineato il commissario Arcuri – ricordiamoci sempre che all'inizio della pandemia avevamo la metà dei posti letto in terapia intensiva e 4500 in terapia intensiva. Quindi abbiamo conseguito un incremento maggiore al numero dei ricoverati".

Che fine hanno fatto i banchi a rotelle?

Tutti i nuovi banchi necessari per la ripartenza delle scuole non sono arrivati entro la fine di ottobre, come era stato promesso. "Abbiamo consegnato l'80% dei banchi alla fine di ottobre, adesso si sta approssimando al 100%. Nel frattempo sono successe due cose, la prima è che molte scuole hanno dovuto chiudere, la seconda è che l'80% dei banchi significa 10 volte la produzione italiana di un anno. Ho perso una scommessa e me ne duole – ha ammesso – ma abbiamo raggiunto un bel risultato. Alla fine di ottobre mancavano 400mila, adesso ne mancano ancora di meno, stiamo per concludere questa operazione, che comunque nell'unità nell'unità di tempo è stata più che ragionevole".

"L'idea dei banchi a rotelle – ha aggiunto – è stata dei dirigenti scolastici, ai quali il ministro dell'Istruzione aveva chiesto quale tipo di banco volessero e quanti. Hanno chiesto 2 milioni di banchi tradizionali e 400mila banchi monoposto".

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