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Taglio dei vitalizi, Luigi Di Maio: “Risparmio di 200 milioni di euro per ogni legislatura”

Luigi Di Maio annuncia l’approvazione della delibera su Facebook: “Da qui si parte per mettere mano alle pensioni d’oro con una legge. Ringrazio Roberto Fico tutti i membri dell’ufficio di presidenza. La delibera mi risluta che sia stata votata da tutti, tranne che da due astenuti”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Luigi Di Maio ha dato l'annuncio sul suo profilo Facebook dell'approvazione della delibera che autorizza il taglio dei vitalizi:

"Per cinque o sei anni ci hanno detto che non si poteva fare, ma abbiamo finalmente abolito i vitalizi agli ex parlamentari della Repubblica. Alla fine abbiamo tolto quest'ingiustizia. D'ora in poi i parlamentari che hanno versato i contributi per tre anni in Parlamento prenderanno quei contributi nella pensione se avranno raggiunto la pensione che spetta a tutti i cittadini italiani. Immaginate l'emozione per me e per Riccardo Fraccaro: ci hanno tolto la parola in Aula quando chiedevamo di discutere l'abolizione di questo odioso privilegio. Da qui si parte per mettere mano alle pensioni d'oro con una legge. Ringrazio Roberto Fico tutti i membri dell'ufficio di presidenza. La delibera mi risluta che sia stata votata da tutti, tranne che da due astenuti. In questi anni si è sempre impedito che si arrivasse alla discussione di questo tema. Risparmieremo circa 200 milioni di euro a legislatura, che sono soldi vostri. Li togliamo ai privilegiati per ridarli a voi. Questo è il primo capitolo del taglio agli sprechi, un regalo agli italiani nei primi 100 giorni di governo".

La delibera prevede un ricalcolo dei vitalizi sulla base del sistema contributivo. La nuova misura dovrebbe entrarà in vigore dal primo gennaio 2019, come ha spiegato il presidente della Camera Roberto Fico al termine dell'ufficio di presidenza della Camera. Precedentemente l'entrata in vigore prevista era stata fissata al primo novembre di quest'anno.

Secondo le stime la cifra che lo Stato risparmierebbe sarebbe di circa 40 milioni di euro l’anno. Il totale dei vitalizi erogati ammonta a 1.405, il ricalcolo varrà per 1.338 assegni che verranno abbassati. Gli altri 67 non verranno ritoccati in quanto riguardano parlamentari con almeno 4-5 legislature alle spalle e che hanno quindi versato più contributi e per questo con il nuovo sistema di calcolo andrebbero a guadagnare di più di adesso. Per questo motivo i loro vitalizi rimarranno invariati. Nella delibera è stato inserito anche un tetto minimo di 980 euro al mese per chi ha fatto solo una legislatura.

A proposito di un'eventuale bocciatura da parte della Corte Costituzionale, il presidente della Camera Roberto Fico ha detto: "Non sono preoccupato. Ho scritto una delibera forte, sostanziale e sostanziosa che ripara un'ingiustizia" facendo proprio un principio "costituzionale per cui tutti i cittadini sono uguali".

Il provvedimento al Senato è ancora in fase di studio: "Il Senato farà le sue valutazioni e andrà avanti e arriverà a una conclusione simile", ha spiegato Fico.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è intervenuto su Twitter: "Grande soddisfazione per l'abolizione dei vitalizi. È un bel segnale per il Paese che si aspettava da tanto tempo. Avanti così!".

Le reazione dell'opposizione

"Il Pd ha votato a favore: è una delibera giusta, che incide sui dei privilegi non più tollerabili anche se i vitalizi non li aboliamo oggi: li abbiamo aboliti nel 2011", ha detto il vice presidente della Camera ed unico esponente in ufficio di presidenza per il Pd Ettore Rosato – "Lo strumento utilizzato non è dei migliori ed è debole perché riguarda un solo ramo del Parlamento. Credo ci sia un retropensiero: quando la Consulta boccerà la delibera si stracceranno le vesti e così potranno parlarne ancora".

"Fratelli d'Italia ha votato l'abolizione dei vitalizi: un privilegio inaccettabile e fuori dal tempo. Abbiamo combattuto per anni, spesso in totale solitudine, la battaglia per il ricalcolo dei vitalizi e delle pensioni d'oro sulla base dei contributi versati, e siamo contenti che ora sia patrimonio di tutti. La proposta del M5S contiene purtroppo delle lacune ma ci auguriamo che, per questo motivo, la riforma non venga bloccata", ha dichiarato la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni.

Critica Mara Carfagna, vice presidente della Camera e deputata di Forza Italia: "Oggi i Cinquestelle stappano champagne in piazza, ma il conto lo pagheranno gli italiani. Noi di Forza Italia siamo i primi nemici dei vitalizi ed è facile dimostrarlo: li abbiamo aboliti nel 2011. Ci siamo astenuti sulla delibera proposta oggi dal Movimento 5 stelle perché siamo d'accordo sul principio, ma non sul metodo di ricalcolo adottato nel provvedimento, che non risponde a criteri di legittimità costituzionale. Non è una questione astratta: si tratta di denaro pubblico. Quando arriveranno gli inevitabili ricorsi i costi saranno salati, ben più alti del risparmio che stanno festeggiando i Cinquestelle. Nel corso della riunione dell'Ufficio di presidenza ho segnalato alla maggioranza il paradosso di voler eliminare un privilegio proteggendosi dietro un altro privilegio, ovvero l'insindacabilità del parlamentare, ultimo scudo che gli rimane di fronte al rischio di poter rispondere in solido di questo errore tecnico".

La deputata del Pd Raffaella Paita ha attaccato LeU: "E' proprio vero, in politica l'aria cambia in fretta. La conferma, in questo caso, la fornisce Luca Pastorino, segretario d'Aula di Liberi e Uguali, annunciando che non prenderà parte al voto sulla delibera sul ricalcolo dei vitalizi in Ufficio di Presidenza alla Camera. La coerenza, evidentemente, non è la sua qualità principale. Certo, i tempi sono forzati e la delibera è imperfetta, tutto vero. Ma quando si tratta di dare un segnale ai cittadini che vada nella direzione della riduzione dei costi e dei privilegi della politica, il Pd c'è, mentre quella che si erge a vera sinistra fa un passo indietro. Noi abbiamo cominciato questo percorso con Matteo Richetti nella scorsa legislatura, Pastorino e i suoi compagni l'hanno sempre intrapreso solo a parole. E quando si deve passare dalle parole ai voti, fatalmente, non se la sentono".

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