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Speranza striglia le Regioni ribelli: “Sono fonte dei dati e presenti in ogni fase del lavoro”

Nel giorno in cui l’Italia viene divisa in tre zone dal nuovo Dpcm, Roberto Speranza è intervenuto in un’informativa alla Camera sulle ultime decisioni del governo. Il ministro della Salute ha spiegato il meccanismo con cui una Regione diventa zona rossa o arancione, sottolineando come i governatori siano coinvolti e condividano ogni passaggio del processo.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il ministro della Salute, Roberto Speranza, è intervenuto alla Camera dei deputati in un'informativa urgente per spiegare le ultime decisioni del governo. Oggi entra in vigore il nuovo Dpcm, che divide l'Italia in tre zone: gialle, arancioni e rosse. È il Ministero della Salute a pubblicare le ordinanze, firmate proprio dal ministro Speranza, che decretano di quale colore sono le Regioni (o aree più piccole), con le conseguenti misure restrittive previste dal Dpcm. "Questo provvedimento è in piena continuità con i precedenti e con le azioni del governo, dalle prime misure di febbraio, al lockdown, a questa ordinanza c'è un filo comune", ha detto il ministro Speranza, "questo filo comune è il primato della tutela della salute e l'idea di difendere persone e la loro vita".

Non c'è un'altra strada, secondo il ministro della Salute, per arginare la pandemia fino al vaccino. "L'ordinanza è figlia di un lavoro lungo e faticoso – ha spiegato Roberto Speranza – i criteri di monitoraggio su 21 parametri sono stati condivisi con le Regioni da ventiquattro settimane, senza che una sola di loro abbia mai eccepito sul modello". Inoltre "il documento dal quale derivano le scelte è stato approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle province autonome", ha continuato il ministro della Salute, rispondendo alle polemiche esplose con i governatori dopo l'ordinanza. "I dati su cui si effettuano le rilevazioni vengono caricati ogni settimana dalle Regioni sul database dell'Istituto superiore della sanità, la fonte sono loro – ha insistito Speranza – i dati vengono elaborati dalla cabina di regia, che comprende tre rappresentanti dell'Iss, tre del Ministero della Salute, tre della Conferenza delle Regioni. In tutte le fasi del nostro lavoro c'è stato il coinvolgimento sia delle principali istituzioni scientifiche del nostro paese sia delle Regioni".

Il ministro della Salute ha spiegato come viene deciso se una Regione è gialla, arancione o rossa: "Ciascuna Regione viene classificata in base all'indice di rischio prodotto dai 21 indicatori e agli scenari definiti attraverso l'Rt: scenario uno con Rt inferiore a 1, scenario due con Rt tra 1 e 1,25, scenario tre con Rt tra 1,25 e 1,5, scenario quattro con Rt superiore a 1,5. Se il rischio è alto e lo scenario è il quarto la Regione è in zona rossa, se il rischio è alto e lo scenario è il terzo la Regione è in zona arancione". Poi, ha continuato Speranza, "dopo quattordici giorni con scenario o indice di livello più basso, lo stato della Regione viene aggiornato in cabina di regia".

È necessario imparare dalle ultime settimane, ha sottolineato Speranza: "In Europa ci sono stati 294mila morti, con più di 11 milioni di casi confermati, cioè un contagiato ogni 37 persone". Il virus "non ci da tempo, non aspetta che finiamo di discutere, non possiamo stare fermi né avere incertezze". C'è grande preoccupazione per il personale medico, perché "medici, infermieri e anestesisti non si comprano al mercato, non sono come le mascherine e respiratori", ha concluso il ministro.

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