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Sovraffollamento e violenze: il Consiglio d’Europa denuncia la situazione nelle carceri italiane

Il rapporto del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti sulle carceri italiane lancia diversi allarmi: si parla di sovraffollamento, violenze, poca attenzione per le donne e si chiede l’abolizione dell’ergastolo ostativo e la revisione del 41 bis.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il sovraffollamento, le violenze, le difficoltà per le donne, l'abolizione dell'ergastolo ostativo e la revisione del 41 bis. La situazione nelle carceri italiane non è buona, secondo il rapporto del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti, organo del Consiglio d'Europa che vigila sugli istituti penitenziari. E fa ancora più impressione che lo studio sia arrivato insieme alla notizia della proposta di legge portata avanti da Fratelli d'Italia per abolire il reato di tortura. La delegazione del Comitato ha visitato – tra il marzo e l'aprile dello scorso anno – quattro carceri e quattro ospedali psichiatrici: Casa Circondariale di Milano San Vittore; Casa Circondariale di Monza; Casa Circondariale Lorusso e Cutugno, Torino; Casa Circondariale Regina Coeli, Roma; Grande Ospedale Metropolitano di Milano Niguarda; Ospedale Bassini di Cinisello Balsamo; Ospedale di Vizzolo Predabissi, Melegnano; Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma. Oggi è arrivato il rapporto.

Il Comitato, durante le visite, ha riscontrato che il sovraffollamento carcerario rappresentava un problema, con "carceri che operavano al 114% della loro capacità ufficiale di 50.863 posti al momento della visita". Affrontare il problema del sovraffollamento "richiede una strategia coerente più ampia, che copra sia l’ammissione in carcere sia il rilascio, per assicurare che la detenzione sia veramente la misura di ultima istanza. Allo stesso tempo, è necessario prendere delle misure per migliorare le condizioni materiali nelle carceri visitate".

Ma non è l'unico problema riscontrato dalla delegazione del Comitato:

La delegazione ha ricevuto numerose segnalazioni di violenza e intimidazioni tra i detenuti nelle carceri visitate. Le autorità italiane devono istituire una strategia onnicomprensiva per prevenire tali violenza e intimidazioni attraverso, inter alia, la promozione di un vero sistema di sicurezza dinamica (sorveglianza dinamica) da parte del personale penitenziario che migliorerebbe il controllo e la sicurezza e renderebbe il lavoro degli agenti di Polizia penitenziaria più appagante. La delegazione ha ricevuto inoltre alcune denunce di maltrattamento di detenuti da parte del personale di Polizia penitenziaria. Le autorità italiane dovrebbero migliorare la formazione del personale sull’uso di metodi di controllo e contenzione sicuri, in particolare per i detenuti con tendenza all’autolesionismo e disturbi mentali.

L’erogazione dei servizi sanitari nelle carceri era "generalmente buona", si legge ancora nel rapporto. "Tuttavia, le carceri non offrono un adeguato ambiente terapeutico e sistemare in carcere persone che richiedono un trattamento psichiatrico specialistico non è appropriato – aggiungono i delegati del Comitato – Inoltre, i detenuti considerati ad alto rischio di autolesione o suicidio dovrebbero essere sistemati in celle più sicure".

C'è poi un ampio spazio dedicato alla questione delle donne detenute:

Le autorità italiane dovrebbero adottare misure concrete per sviluppare un approccio specifico di genere. Più specificamente, è necessario migliorare le condizioni materiali nelle carceri visitate, offrire alle donne con disturbi mentali un programma di attività strutturato e potenziare la formazione del personale che opera con loro. Occorre inoltre elaborare una politica chiara per la gestione dei detenuti transessuali. Il CPT ha riscontrato che le donne transessuali incontrate in carcere erano spesso sistemate in sezioni maschili dove le loro esigenze specifiche non venivano soddisfatte.

Sui regimi di isolamento, di cui tanto si è riparlato ultimamente in Italia per via del caso Cospito, la delegazione chiede di abolire "la misura di confinamento solitario imposto dal tribunale ai sensi dell’Articolo 72 del Codice penale, noto come isolamento diurno", il cosiddetto ergastolo ostativo. Ma anche "la riforma della gestione dei detenuti sottoposti al regime 41-bis".

Nei Servizi psichiatrici di diagnosi e cura visitati, invece, "il personale sanitario ha dimostrato un approccio positivo e attento, nonostante siano stati segnalati alcuni sporadici episodi di abusi verbali e commenti dispregiativi da parte del personale". La critica è arrivata sul "quadro giuridico non chiaro che regola l’applicazione di misure di contenzione meccanica ai pazienti psichiatrici in grave stato di agitazione, che permetteva la contenzione dei pazienti per periodi di tempo che raggiungevano anche i nove giorni, nonché la ripetuta applicazione di tale misura".

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