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Sondaggi politici, l’Italia è sempre più divisa sul clima e sul sostegno militare a Israele e Ucraina

Il 60% degli italiani crede nel riscaldamento globale, ma le opinioni sulle politiche ambientali restano spaccate. Sul fronte internazionale, prevale la richiesta di sospendere gli aiuti militari sia a Israele sia all’Ucraina.
A cura di Francesca Moriero
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Nel cuore di un'estate sempre più segnata da eventi climatici estremi e tensioni geopolitiche, il nuovo sondaggio settimanale di Termometro Politico offre uno spaccato interessante sull'opinione pubblica italiana. I dati rivelano un paese consapevole della crisi ambientale in corso, ma profondamente diviso sulle strategie per contrastarla; allo stesso tempo, emerge un crescente scetticismo nei confronti del coinvolgimento internazionale, in particolare sul sostegno militare a Israele e Ucraina. Ecco cosa raccontano i numeri.

Clima: sì al riscaldamento globale, ma le politiche dividono

Alla domanda "Secondo lei, il riscaldamento globale esiste?", la maggioranza relativa degli italiani risponde affermativamente. Il 60,2% del campione riconosce la realtà del fenomeno: per il 28,9% la situazione è addirittura peggiore del previsto, mentre per il 31,3% sta evolvendo come già previsto da tempo. C'è poi anche una minoranza significativa che invece si discosta da questa visione: il 20% ritiene che l’allarme climatico sia esagerato, e il 18% arriva a negarne la gravità, parlando esplicitamente di "mistificazione" o "falsificazione dei dati": questa spaccatura si fa ancora più evidente quando si passa a discutere delle politiche adottate per contrastare il cambiamento climatico. Solo l’11,2% degli intervistati ritiene che le misure in atto siano giuste e da perseguire "a qualunque costo". La quota più consistente (37%) sostiene che ridurre le emissioni di CO2 sia necessario, ma critica la scarsa applicazione delle promesse, soprattutto nei Paesi emergenti come Cina e India. Dall’altro lato, il 26,6% pensa che l’approccio "green" stia danneggiando l’economia senza produrre risultati, e il 21,8% respinge totalmente l’agenda climatica, accusandola di favorire élite e grandi interessi a scapito dei cittadini. Il dato più emblematico? La spaccatura netta: i critici delle politiche ambientali (48,4%) superano, seppur di poco, chi le sostiene (48,2%).

Aiuti militari: cresce il fronte del "no" per Israele e Ucraina

Sul piano internazionale, l'opinione pubblica italiana sembra orientarsi verso una linea meno interventista. Alla domanda se UE e USA debbano continuare a inviare aiuti militari a Israele e Ucraina, la risposta più frequente (40,5%) è un chiaro "no" per entrambi. Un altro 26,9% si dice favorevole solo al sostegno all’Ucraina, mentre solo il 9,1% mantiene la posizione opposta, favorevole solo ad Israele. Infine, un italiano su cinque (19,7%) ritiene invece opportuno proseguire con gli aiuti militari a entrambi i paesi. Nel dettaglio, il sostegno all’Ucraina divide profondamente: il 49,6% vuole fermare l’invio di aiuti, mentre il 48% è contrario a questa scelta. Ma sul caso Israele, la posizione è più netta: oltre due italiani su tre chiedono lo stop all’assistenza militare. Un dato che riflette il crescente disagio verso la condotta del governo israeliano e la gestione del conflitto in corso a Gaza.

Intenzioni di voto: il centrodestra tiene, ma FdI continua a calare

Sul fronte politico, le intenzioni di voto mostrano piccoli assestamenti ma confermano alcune tendenze consolidate. Fratelli d’Italia perde ancora terreno (-0,2%), mentre Lega e Forza Italia guadagnano qualche decimale, contribuendo a un lieve incremento della coalizione di centrodestra nel suo complesso (+0,1%). Nel campo progressista, il Partito Democratico torna al 22,2% (+0,2%), mentre il Movimento 5 Stelle perde leggermente (-0,2%). Alleanza Verdi e Sinistra cala al 6,4% (-0,2%) e Azione scivola sotto la soglia di sbarramento, fermandosi al 2,9%.

Quanto alla fiducia nella premier Giorgia Meloni, il dato rimane stabile al 36,9%, con un leggero aumento dello 0,3%. La quota di chi non nutre fiducia nella presidente del Consiglio resta però molto alta: 62,5%, con un lieve incremento anche tra chi ha “molta fiducia” nella leader di FdI.

Un paese diviso, tra realtà percepite e fiducia nel futuro

Il sondaggio di Termometro Politico disegna insomma un’Italia divisa: consapevole delle grandi sfide globali, ma esitante sulle risposte da adottare: se da un lato si riconosce l’urgenza della crisi climatica, dall’altro cresce la sfiducia verso le politiche finora messe in campo; e lo stesso vale per le scelte di politica estera, sempre più messe in discussione da un’opinione pubblica che appare stanca di un ruolo militare attivo nei conflitti. Un'Italia dunque, che sembra in cerca di equilibrio, tra necessità di cambiamento e timori per le sue conseguenze.

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