Sondaggi politici: gli italiani temono il futuro ma non si informano sul presente

Un Paese sospeso tra consapevolezza e rassegnazione: è questa la fotografia che emerge dal sondaggio realizzato il 21 e 22 ottobre da Renato Mannheimer per Eumetra e presentato a PiazzaPulita ieri, 23 ottobre. I dati raccontano un'Italia che osserva con disincanto la politica, che teme un peggioramento della propria condizione economica e che mostra una sorprendente indifferenza rispetto al tema della libertà d’informazione.
La manovra divide e preoccupa
Alla domanda su quale impatto avrà la manovra economica del governo, il 29,4% degli italiani risponde che peggiorerà la propria situazione personale, contro un 13,6% che si aspetta, invece, un miglioramento. Un altro 26,6% ritiene che non cambierà nulla, mentre un consistente 16,2% ammette di non conoscere affatto i contenuti della manovra. È un dato significativo: quasi un cittadino su sei non sa di cosa si stia parlando, eppure il sentimento generale è quello di una crescente difficoltà economica, in linea con i dati Istat su povertà, denatalità e rinuncia alle cure mediche. L'Italia che emerge dal sondaggio è insomma quella di un Paese che si percepisce più povero, ma anche disilluso rispetto alla possibilità di cambiare le cose.
Democrazia e destra al governo: un Paese diviso
Un altro tema centrale tocca le parole di Elly Schlein, che aveva affermato: "Con l'estrema destra al governo, la democrazia è a rischio". Su questa dichiarazione, il campione si spacca quasi a metà: il 44% concorda (molto o abbastanza), mentre il 47,1% dissente (poco o per nulla). L'8,9% preferisce non esprimersi. Il dato evidenzia una polarizzazione profonda: due Italie che si guardano senza capirsi, una preoccupata per la qualità della democrazia, l'altra convinta che si tratti di allarmismo politico.
Meloni e la stampa: un nodo che non tocca gli italiani
Il sondaggio affronta poi un altro tema cruciale, e cioè il rapporto tra Giorgia Meloni e la stampa, dopo le accuse di evitare il confronto con giornalisti scomodi. Solo il 30,4% degli italiani ritiene sbagliato questo atteggiamento. Il 24,8% pensa invece che sia giusto, e un altro 23,6% sostiene che non sia vero che la premier si comporti così; il restante 21,2% non sa o non risponde. Tradotto: meno di un cittadino su tre considera sbagliato evitare il confronto con la stampa critica. È un dato che allarma, perché segnala il distacco profondo dal valore dell'informazione libera. Circa metà del campione, infatti, o non è a conoscenza del comportamento imputato a Meloni o non lo giudica proprio un problema.
Il quadro che emerge dai numeri di Mannheimer è insomma quello di un Paese che cresce nel consenso verso il governo, ma diminuisce nella consapevolezza critica. Gli italiani sembrano infatti percepire la difficoltà economica e riconoscere che la situazione sta via via peggiorando, ma sembrano ancora disinformati sui contenuti concreti della manovra e poco sensibili al tema della libertà di stampa.
Un'Italia dove la fatica quotidiana prevale sulla partecipazione, dove l'interesse per la democrazia e l'informazione sembra cedere il passo alla rassegnazione. Una fotografia che, insomma, al di là dei numeri, racconta un Paese più fragile e più distante dal dibattito pubblico di quanto non appaia nelle narrazioni ufficiali.