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Elezioni regionali Emilia Romagna 2020

Sondaggi Emilia-Romagna, Regione divisa in 2: Lega stravince in provincia, grandi centri sono rossi

Secondo l’Istituto Cattaneo l’Emilia-Romagna, dove si voterà il prossimo 26 gennaio, è divisa in due: i centri più grandi della regione votano per la sinistra, mentre la Lega è più forte nei piccoli Comuni. Il coordinatore dell’Istituto Marco Valbruzzi ha paragonato questo scenario a quello del voto sulla Brexit in Gran Bretagna.
A cura di Annalisa Cangemi
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Per il coordinatore dell'Istituto Cattaneo, il professor Marco Valbruzzi, l'Emilia Romagna, in vista delle prossime elezioni regionali del 26 gennaio, risulta divisa in due: i centri più grandi della regione votano per la sinistra, mentre la Lega è più forte nei piccoli Comuni. Una tendenza che conferma uno studio a livello nazionale, condotto da Noto Sondaggi ed EMG Acqua che ricorda anche le differenze territoriali riscontrate per il voto sulla Brexit in Gran Bretagna, dove a votare per il "remain" furono soprattutto le grandi città: "Come sappiamo bene a Londra ha stravinto il ‘remain', ma subito fuori dalla metropoli il blocco pro Brexit ha prevalso, condizionando in maniera decisiva il risultato finale", ha detto Valbruzzi.

La Lega può contare su un largo consenso nel Ferrarese e nel Polesine, anche per influenza del vicino Veneto, a maggioranza verde, a cui va aggiunto l'effetto da ‘periferia dimenticata'. Una situazione simile si evidenzia anche lungo tutta la fascia appenninica, al confine con la Toscana. Un'altra grande enclave leghista si trova tra Forlì-Cesena. E ancora l'area a Nord-Ovest, tra Parma e Piacenza, risente della vicinanza (non solo geografica) al tessuto produttivo della Lombardia.

Secondo un sondaggio Winpoll, pubblicato oggi dal Sole 24 Ore, il vincitore alla consultazione regionale sarà il governatore dem uscente Stefano Bonaccini: il 69% degli intervistati ha fiducia in lui. Alla domanda "Quanta fiducia ha in Stefano Bonaccini?" il 38% degli elettori della Lega ha risposto "molta" o "abbastanza", lo stesso ha fatto il 52% dei sostenitori di Fratelli d'Italia e il 60% di quelli di Forza Italia.

 Il politologo Roberto D'Alimonte spiega questa riconferma con il fatto che la situazione socio-economica in Emilia-Romagna è significativamente migliore rispetto all'Umbria, come dimostrano tutti gli indicatori dal Pil regionale al tasso di disoccupazione, per questo l’88% dei cittadini giudica la qualità della vita nella regione molto positivamente o abbastanza positivamente. Lo pensano anche l'80% degli elettori della Lega e il 90% di quelli del M5s. Una convinzione trasversale, che rappresenta il pensiero di diverse categorie professionali, compresi operai e disoccupati.

Per il 45% degli intervistati la qualità della vita negli ultimi cinque anni è rimasta uguale, per il 18% la qualità della vita è migliorata.

Nella rilevazione Winpoll sono stati considerati due possibili scenari nella corsa per la guida della Regione: nel primo scenario il M5s si presenta con un suo candidato. Nel secondo sostiene il candidato della coalizione del centrosinistra più civiche. Nella competizione a tre (primo scenario) Bonaccini otterrebbe il 50,7%, contro il 42,1% di Lucia Borgonzoni, la candidata del centrodestra espressa dalla Lega, e il 6,2% del candidato M5s. Nella sfida a due (secondo scenario) Bonaccini sale al 56,2 mentre la sua rivale resta praticamente ferma al 42,9%.

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