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Se Lufthansa compra Ita c’è rischio di biglietti più cari e servizi peggiori, dice la Commissione Ue

Se Ita, l’ex Alitalia, sarà venduta a Lufthansa, il rischio è che su certe tratte aeree non ci sia più concorrenza: così i prezzi dei biglietti si alzerebbero, e la qualità dei servizi potrebbe peggiorare. È l’obiezione della Commissione europea, a cui ora l’azienda e il governo italiano dovranno rispondere.
A cura di Luca Pons
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La Commissione europea ha consegnato la sua lettera di obiezioni (o "statement of objections") sulla vendita del 41% di Ita Airways – ex Alitalia – alla compagnia aerea tedesca Lufthansa. Il rischio è che, se questa unione si completasse, per i passeggeri su alcune tratte e in alcuni aeroporti (principalmente Milano-Linate) ci sarebbe un aumento dei prezzi dei biglietti e la qualità dei servizi calerebbe, perché non si garantirebbe più lo stesso livello di concorrenza.

Si tratta di conclusioni preliminari stilate dai servizi per la concorrenza della Commissione, e non di un parere definitivo: ora Lufthansa e il ministero dell'Economia italiano (che controlla Ita) avranno tempo fino al 26 aprile per rispondere con dei modi per risolvere i problemi sollevati. La procedura è iniziata a fine gennaio, e dovrebbe concludersi con il parere finale della Commissione – che potrebbe anche bocciare l'acquisto – entro il 6 giugno.

Quali sono le obiezioni della Commissione Ue

In particolare, i rischi sono tre. Il primo è che non ci sarebbe abbastanza concorrenza su alcune rotte tra l'Italia e vari Paesi dell'Europa centrale (tra cui Austria, Belgio e Svizzera), il secondo riguarda invece i collegamenti del'Italia verso Giappone, Canada e Stati Uniti. Si tratta di linee dove oggi la concorrenza è soprattutto tra Ita e Lufthansa, e quindi unendole diventerebbe quasi inesistente. L'ultimo rischio è che Ita-Lufthansa diventi un gruppo dominante nell'aeroporto di Milano-Linate.

Nel complesso, si parla di tratte aeree che valgono circa tre miliardi di euro l'anno, per milioni di passeggeri, ha sottolineato la Commissione. In ogni caso, non si tratta di problemi irrisolvibili: le obiezioni riguardano "una piccola percentuale del totale delle rotte e dei passeggeri a corto e lungo raggio serviti da entrambe le parti", quindi trovare dei rimedi è possibile.

Perché serve il permesso dell'Unione europea

L'accordo per vendere l'ex Alitalia a Lufthansa, partito  con il sostegno del governo italiano nonostante negli anni scorsi Fratelli d'Italia si fosse duramente opposto, prevede che la compagnia tedesca compri il 41% di Ita Aiways per 325 milioni di euro. Lufthansa assumerebbe da subito anche il controllo operativo di Ita, e nel giro di pochi anni arriverebbe ad acquistarne il 100%, rendendo l'ex compagnia di bandiera italiana completamente privata.

L'iter richiede però il via libera della Commissione europea: deve verificare che si mantengano le condizioni di concorrenza, e che non nascano ‘colossi' in grado di controllare il mercato. Altrimenti potrebbero, ad esempio, alzare i prezzi dei biglietti o abbassare la qualità dei servizi senza subire conseguenze, e a perderci sarebbero i cittadini.

Cosa succede adesso

Da tempo il governo Meloni si mostra insofferente nei confronti della Commissione, e sabato all'evento di Id organizzato dalla Lega il ministro dell'Economia Giorgetti ha attaccato: "Noi abbiamo una compagnia area che si chiama Ita, si chiamava Alitalia. Abbiamo detto: ‘Vediamo di costruire un campione europeo che possa competere con i colossi internazionali'. Da dieci mesi stiamo lottando con l’Europa che non ci permette di fare questo".

L'investimento da 325 milioni di euro di Lufthansa ah momento è congelato. Entro il 26 aprile, il governo italiano e la compagna tedesca dovranno rispondere. La decisione definitiva è attesa entro il 6 giugno. Con un comunicato, Lufthansa ha dichiarato: "Siamo pronti a proporre soluzioni costruttive, e siamo fiduciosi che Ita diventerà parte della famiglia del Gruppo Lufthansa entro la fine di quest’anno". Il ministero dell'Economia italiano, a sua volta, ha fatto sapere che "continuerà a lavorare sul dossier al fine di presentare nel più breve tempo possibile i rimedi per giungere a una positiva soluzione della questione".

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