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Scuola, le Regioni non indietreggiano: “Su bus e metro occupare 80% dei posti o niente accordo”

Le Regioni continuano a incalzare il governo e a chiedere che possa essere occupato l’80% dei posti su bus e metro per la ripartenza della scuola: condizione ritenuta imprescindibile per dare il via libera alle linee guida per il trasporto pubblico locale. Inoltre, insieme a comuni e province, chiedono fondi aggiuntivi per i servizi aggiuntivi necessari con la ripartenza della scuola.
A cura di Stefano Rizzuti
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Continua il braccio di ferro tra Regioni e governo sulle linee guida per il trasporto pubblico con la riapertura della scuola. È iniziata la riunione della Conferenza unificata, con le richieste delle Regioni che non cambiano: la capienza di bus e metro deve essere all’80% dei posti e non meno. Alla riunione partecipano il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, la ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, e i ministri di Salute e Istruzione, Roberto Speranza e Lucia Azzolina. La richiesta principale è quella di poter occupare l’80% dei posti su tutti i mezzi, ma si chiedono anche 300 milioni in più per l’acquisto di servizi aggiuntivi (considerando che mancherebbe comunque ancora il 20% dei posti) e regole rapide in caso di sub-affidamenti.

Le tre richieste delle Regioni al governo sui trasporti

Chiara la richiesta del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti: “La conferenza Presidenti ha approvato un documento che condiziona l'intesa sulle linee guida del trasporto con 3 punti: riempimento 80% per tutti i mezzi, +300 mln subito per servizi aggiuntivi per coprire 20% mancante, regole per eventuale sub affidamento servizi aggiuntivi”. Dura anche la posizione della Regione Lombardia, che chiede più risorse con l’assessore Claudia Terzi. La Regione parla di possibili disagi, attaccando il governo per la “lentezza” nel prendere decisioni in merito. Così l’assessore avverte: “La lentezza con cui ha agito il Governo e per come si è arrivati a questa soluzione, non ci porta a escludere la possibilità di disagi con la ripresa dell'attività scolastica, soprattutto in relazione ai grandi numeri che caratterizzano la Lombardia”.

Scuola, comuni e province chiedono 200 milioni

Dall’altro lato ci sono le richieste di comuni e province: la prima è quella di stanziare risorse aggiuntive per poter ricorrere a servizi aggiuntivi in caso di necessità. Operazione per cui vengono chiesti circa 200 milioni in più. Anci e Upi si soffermano anche sul tema dei contributi richiesti per l’affitto di immobili o spazi da destinare ad aule didattiche, per l’acquisto o il noleggio di strutture modulari temporanee. Per comuni e province il fabbisogno complessivo ammonterebbe a circa 300 milioni, a fronte di una copertura finora prevista di 70 milioni.

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