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Sblocca Italia: la mappa del (nuovo?) potere renziano

Ecco le aziende favorite dallo Sblocca Italia. Dalle cooperative rosse ai grandi costruttori in Italia: lavorano (e comandano) sempre gli stessi, insomma.
A cura di Antonio Musella
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L'Italia riparte! Con questo motto il governo di Matteo Renzi ha presentato il tanto agognato decreto "Sblocca Italia" (qui il rendiconto del Governo, per slide). Il testo definitivo per la verità ancora non c'è, anche se finora circolano circa un centinaio di pagine che hanno come fine lo sblocco di diversi cantieri in tutto il paese. Ci sono ancora tante incognite che riguardano la lista ufficiale delle opere interessate e le coperture finanziarie, ma è già possibile fare un quadro. Tutte le opere interessate sono quelle già programmate circa 13 anni fa dalla legge 433, meglio nota come "Legge Obiettivo", varata dall'allora governo di Silvio Berlusconi, che di fatto stabilì nel 2001 i grandi progetti che per alcuni decenni interesseranno il nostro paese.

Gli appalti dunque erano stati già assegnati dai precedenti governi (Berlusconi e Monti) proprio in virtù della programmazione dettata dalla legge obiettivo. Il premier Renzi da parte sua sceglie di indicare tra le priorità del suo governo proprio lo sblocco dei cantieri a cui partecipano le principali aziende italiane (proseguendo nella politica di sostegno ai grandi gruppi industriali, italiani e no, avviata con Investitalia). Fanpage ha provato a ricostruire quali sono le aziende interessate dallo sblocco dei cantieri previsto dal decreto "Sblocca Italia".

I cantieri – Il decreto divide le opere in tre gruppi differenti. Il primo gruppo riguarda le opere già finanziate e sbloccate dal decreto. Si va dalla Tav (la Napoli – Bari ed il completamento della Torino – Lione) fino agli interventi negli aeroporti (Milano, Firenze, Genova, Fiumicino, Salerno), passando per la mastodontica opera del valore di ben 10,4 miliardi di euro dell'autostrada Orte – Venezia. Il secondo gruppo riguarda opere cantierabili entro il 31 dicembre 2014, dove troviamo la Linea C della Metro di Roma (304 milioni) e la costruzione della terza corsia dell'autostrada Venezia – Trieste (1,7 miliardi di euro). Infine il terzo gruppo con le opere cantierabili entro giugno 2015, in questo gruppo troviamo i lavori per le metropolitana di Napoli (90 milioni) e Torino (304 milioni), la tramvia di Firenze (100 milioni), ed ancora la Tav con il cantiere del valico di Giovi – detto anche "terzo valico"  – dal valore complessivo di 2,1 miliardi di euro e la tratta Brescia – Padova (1,2 miliardi di euro), ed ancora il nuovo tunnel del Brennero (1,7 miliardi di euro) ed il quadrilatero autostradale Umbria – Marche (680 milioni). Opere dal costo complessivo di diverse decine di miliardi di euro che ovviamente non saranno tutte finanziate interamente.

Ma quali sono le aziende coinvolte nei lavori "sbloccati" da Renzi?

Gli interessi delle coop rosse – In cima alla lista troviamo la Lega delle Cooperative. Il gruppo di imprese cooperative, vicino al Partito Democratico, lavora in moltissimi dei cantieri interessati dal decreto. A partire dai colossi CCC e CMC impegnati nei lavori della Tav Torino – Lione, nella metropolitana di Roma e di Torino e nei sub appalti della Orte – Venezia. Diverse sono poi le aziende toscane, sempre della Lega delle Cooperative, come la CTC, che si trovano all'interno del consorzio Tram Firenze, partecipato anche del Comune del capoluogo fiorentino tramite l'azienda dei trasporti ATF e dai francesi della RATP. In molte opere le cooperative rosse agiscono in associazione con altri gruppi industriali, in altri come l'autostrada Orte – Venezia partecipano ai subappalti ed in altri ancora come la metropolitana di Torino agiscono da sole.

Le aziende dell'ex ministro Lunardi – Come detto la maggior parte delle opere agevolate dallo "Sblocca Italia" furono programmate dalla Legge Obiettivo del 2001, varata dal governo Berlusconi. Il Ministro delle Infrastrutture dell'epoca era Pietro Lunardi: ebbene diverse imprese a lui riconducibili sorridono per lo Sblocca Italia. La Rocksoil, ad esempio, fa parte delle aziende che lavorano ai cantieri della Tav Torino – Lione mentre il Consorzio Treesse partecipa a quello per il terzo valico. Due cantieri che hanno un valore complessivo di 5 miliardi di euro.

I grandi gruppi da Impregilo a Caltagirone – Due veri e propri colossi delle costruzioni nel nostro paese non potevano certo restare fuori da un provvedimento così importante da parte del governo. La Impregilo, che recentemente si è fusa con il gruppo Salini, lavora ad alcuni lotti per il nuovo tunnel del Brennero – opera da 1,7 miliardi di euro complessivi – ed è detentore dell'appalto per la costruzione della terza corsia dell'autostrada Venezia – Trieste che costerà complessivamente 1,7 miliardi di euro, tutte opere agevolate dallo "Sblocca Italia". Il gruppo Caltagirone invece lavora tramite la Vanini Costruzioni alle metropolitane di Roma e di Napoli.

Sorride anche il gruppo Impresa Spa interessato dai lavori della Tav Napoli- Bari. Su tutta la linea però fino ad ora è partito un solo cantiere di appena 24 Km. I lavori furono affidati alla Rabbiosi Spa azienda del gruppo Impresa Spa e sono fermi da oltre un anno. La società infatti è in amministrazione controllata ed il cantiere si è fermato a 4 Km dal completamento della tratta. Sempre al gruppo Impresa Spa appartiene il Consorzio InfraSud che partecipa in Campania al cantiere della superstrada Lioni – Grottaminarda (200 milioni). C'è da immaginare che vi saranno facce sorridenti anche tra i banchieri. Gli 890 milioni di euro per i lavori all'aeroporto della Malpensa di Milano saranno gestiti dal Consorzio Malpensa Construction controllato in maggioranza dalla SEA il cui capitale privato è per il 44% è della F2I il più grande fondo privato per le infrastrutture in Italia, fondato dal manager Vito Gamberale e sponsorizzato da Unicredit, Intesa San Paolo e Cassa Depositi e Prestiti oltre ad una manciata di fondazioni bancarie. Nel gotha dell'imprenditoria italiana favorita dallo Sblocca Italia non poteva certo mancare la famiglia Benetton. Per l'aeroporto di Fiumicino le opere previste ammontano a 2,1 miliardi di euro complessivi ed il decreto dovrebbe far ripartire i lavori. Lo scalo romano è gestito dalla Atlantia società nell'orbita della famiglia trevigiana e nel cui consiglio di amministrazione siede Gilberto Benetton. Infine il gruppo Eni che attraverso la sua controllata Saipem detiene la maggioranza del pacchetto azionario del consorzio Cepav 2 che ha in appalto la tratta dell'alta velocità Brescia – Padova, opera per un valore complessivo di 1,2 miliardi di euro.

Le indagini sulla Orte – Venezia – Fino all'ultimo il suo inserimento nel decreto è stato incerto. I lavori per l'autostrada Orte – Venezia infatti sono finiti al centro dell'inchiesta che coinvolge l'ex governatore veneto Giancarlo Galan. La Ilia spa, vincitrice dell'appalto è amministrata da Eugenio Cefis, già iscritto alla loggia P2, vicino a Vito Bonsignore tra i fondatori del Nuovo Centro Destra, lo stesso partito dell'attuale Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. Come ha riportato Il Fatto quotidiano, l'ex segretaria di Giancarlo Galan, Claudia Minutillo, ha raccontato ai magistrati come proprio Bonsignore insieme all'ex ministro Lunardi "riuscirono a mettere d'accordo ben 5 presidenti di regione" per ottenere nel 2005 il via libera dell'opera in project financing. L'intesa prevedeva lavori per tutti, la Mantovani Spa, i cui vertici sono finiti nell'inchiesta su Galan, avrebbero avuto i subappalti nella tratta veneta e la lega delle cooperative nelle tratte in Emilia Romagna. In questo modo sia le aziende vicine al governatore veneto, sia quelle vicino all'ex governatore dell'Emilia Romagna Vasco Errani erano state accontentate. Ora con lo Sblocca Italia tutto dovrebbe procedere in maniera spedita.

Va fuori dalla lista delle opere interessate dallo Sblocca Italia un'altra autostrada, la Valdastico Nord. A piangere è la Lega. L'opera, di un valore complessivo di 1 miliardo di euro, è detenuta in project financing dalla A4 Holding il cui presidente è il leghista e presidente della Provincia di Vicenza Attilio Schneck a cui fa compagnia nel consiglio di amministrazione il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi.

Per capirci di più:

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