Salvini se la prende con chi sciopera il 12 dicembre: “Irresponsabili, sulla pelle dei lavoratori”

"Ritengo irresponsabile bloccare il Paese con l'ennesimo sciopero generale, che mette in ginocchio il Paese in un momento complicato". Sono le parole con cui Matteo Salvini, ministro dei Trasporti, ha criticato – come è ormai solito fare – lo sciopero in programma per domani, venerdì 12 dicembre. La mobilitazione coinvolgerà anche mezzi pubblici e treni, e su di questi si è concentrato il leader leghista.
Salvini ha parlato di un "momento complicato", anche se non ha mai chiarito quali sarebbero i presunti momenti semplici in cui organizzare una mobilitazione. Poi ha lanciato di nuovo la polemica sulla scelta di fissare gli scioperi di venerdì: "Guarda caso su ventiquattro scioperi generali, diciassette sono stati di venerdì. Avete fatto bene a convocare l'assemblea il giovedì perché il venerdì è il giorno di qualcun altro", ha detto con una battuta a un evento del gruppo Ferrovie dello Stato. Non ha citato, invece, il dato che mostra come negli ultimi anni il numero assoluto di scioperi sia diminuito costantemente.
Il ministro ha aggiunto: "Sono garante, e mi impegno a garantire il massimo dell'efficienza domani sulla rete ferroviaria italiana". Cosa che comunque spesso è difficile trovare anche nei giorni in cui non ci sono scioperi.
Come fatto in passato, il ministro ha suggerito che ci siano cose più importanti della protesta: "Un conto è il diritto allo sciopero, che è sacrosanto, un conto è fare una battaglia ideologica sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori. Questo non lo consento". Non ha chiarito, però, perché non consideri lavoratrici e lavoratori anche coloro che scelgono di rinunciare a un giorno di stipendio per aderire. "Ringrazio già oggi per domani i milioni di lavoratori e lavoratrici che domani garantiranno all'Italia di funzionare, di viaggiare, di andare a scuola, di andare a curarsi in ospedale", ha concluso infine.
Il ministro ha deciso di non provare a intervenire con la precettazione in questo caso, come era successo già a ottobre. In quell'occasione Salvini aveva detto che "se si precetta non si risolve il problema ma si alimenta il clima già avvelenato in modo irresponsabile". Tuttavia, fonti del suo partito avevano anche minacciato di "inasprire le multe" per chi aderisce a scioperi illegittimi. Sanzioni che già oggi possono andare da 2.500 a 50mila euro.
Da allora, non sono arrivate proposte concrete su questo. A fine novembre, poi, lo stesso Salvini aveva avanzato delle altre idee su come cambiare le norme che regolano gli scioperi: "Serve maggior preavviso, adesione preventiva e, per evitare incidenti, anche una cauzione di chi organizza cortei e manifestazioni, che si deve far carico anche dell'educato svolgimento dei cortei. In caso di danni non deve essere l'intera cittadinanza a pagare", aveva detto. Una proposta avanzata a più riprese dal vicepresidente del Consiglio, e che ogni volta è stata smontata dagli esperti: andrebbe quasi sicuramente contro la Costituzione.