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Salvini: “Non possiamo rinchiudere 60 milioni di italiani per una scelta politica di Speranza”

“Non si possono rinchiudere fino a maggio 60 milioni di persone, e migliaia di attività economiche, sportive o culturali, per scelta politica, non medica o scientifica, del ministro Speranza”: così Matteo Salvini attacca la scelta di mantenere la stretta sulle misure anti-Covid fino al 30 aprile e punta il dito direttamente contro il ministro della Salute, Roberto Speranza.
A cura di Annalisa Girardi
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Alla fine nel decreto di aprile non sono stati inseriti i meccanismi per le riaperture automatiche che chiedeva il centrodestra e in particolare la Lega. È prevalsa la linea della cautela e del rigore e l'unica cosa che viene prevista è che il Consiglio dei ministri si possa riunire prima della scadenza del provvedimento per valutare specifiche deroghe alle restrizioni in quei territori dove l'andamento dei contagi lo permette e dove la campagna vaccinale procede velocemente, per cui sono già state protette le categorie più vulnerabili. Per Matteo Salvini, però, questo non sembrerebbe essere un compromesso accettabile. E attacca direttamente il ministro della Salute, Roberto Speranza.

"Noi ci appelliamo alla scienza, noi ci fidiamo dei medici italiani. Se i dati scientifici classificheranno una Regione come ancora a rischio, cioè rossa, si manterranno le chiusure. Se invece i dati scientifici classificheranno una regione come più sicura, cioè gialla o bianca, si comincerà a riaprire. Semplice. Non si possono rinchiudere fino a maggio 60 milioni di persone, e migliaia di attività economiche, sportive o culturali, per scelta politica, non medica o scientifica, del ministro Speranza", ha scritto il segretario del Carroccio su Twitter. In altre parole, secondo Salvini, la scelta di mantenere la stretta fino al 30 aprile non sarebbe una decisione basata su dati scientifici, ma sarebbe data da una specifica volontà dell'esponente di Leu.

Secondo Salvini, il presidente del Consiglio Mario Draghi sarebbe d'accordo con la linea leghista di valutare chiusure e riaperture guardando volta per volta ai dati. "La nostra lealtà al presidente Draghi ci impone di lavorare insieme per risolvere i problemi, ma anche di avere il coraggio di sottolineare e correggere ciò che non va. Dopo Pasqua, il ritorno alla vita e al lavoro nelle zone sicure sarà realtà".

Ieri Salvini, intercettato dai microfoni di Fanpage.it, a Cdm in corso aveva ribadito: "Non capisco perché dal 7 aprile quello che la scienza definisce sicuro la politica debba definire in altra maniera. Ci appelliamo ai dati scientifici. La scienza è la scienza, la politica è la politica, queste sarebbero chiusure politiche non in base a dati scientifici. Se il ministro Speranza vede solo rosso, non lo deve spiegare a Salvini, non è una battaglia di Salvini, è una battaglia di civiltà e di scienza. Se i dati dicono bianco è bianco, non c’è Speranza che tenga".

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