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Russiagate, è una giornalista russa la donna sentita ieri dai pm di Milano

La donna sentita ieri dalla Procura di Milano nell’inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega è una giornalista russa. Si tratta di Irina Aleksandrova. In un incontro del luglio 2018, compare in alcuni video in rete a fianco di Matteo Salvini, mentre ringrazia pubblicamente Gianluca Savoini, indagato per corruzione internazionale.
A cura di Annalisa Cangemi
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È Irina Aleksandrova, giornalista di origine russa, la donna ascoltata ieri in procura dai magistrati di Milano titolari dell'inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega. L'identità della donna, sentita con un'interprete, è stata tenuta strettamente segreta in un primo momento.

La giornalista ieri sera ha fornito ai pm Sergio Spadaro e Donata Costa, titolari del fascicolo insieme al procuratore aggiunto Fabrizio De Pasquale e al sostituto Gaetano Ruta, alcune informazioni testimoniali legate alla vicenda al centro dell'indagine sulla corruzione internazionale, per cui sono indagati Gianluca Savoini, ex portavoce di Matteo Salvini, l'avvocato Gianluca Meranda e l'ex banchiere Francesco Vannucci; ma queste informazioni nulla a che fare con la sua attività professionale.  Irina Aleksandrova, il 18 luglio 2018, come si vede in un video ripreso da ‘la Repubblica', ha moderato un incontro a Mosca alla TASS, l'agenzia di stampa ufficiale russa, in contro in cui erano presenti il leader del Carroccio Matteo Salvini e l'ex portavoce Gianluca Savoini. La conferenza stampa di Matteo Salvini  si conclude con i ringraziamenti da parte della giornalista a Gianluca Savoini, che è seduto in prima fila. "Vorrei ringraziare Gianluca Savoini che è stato di grande aiuto per questo incontro".

Da quanto si apprende gli inquirenti si stanno concentrando sulla ricostruzione della rete di contatti di Savoini, presidente e fondatore dell'associazione Lombardia-Russia, nella capitale russa, e sull'attività preparatoria in vista dell'incontro all'hotel Metropol del 18 ottobre 2018 nel quale, secondo l'accusa, a Gianluca Meranda e a Francesco Vannucci, avrebbe trattato con tre intermediari russi, tra cui Ilya Andreevich Yakunin e Andrey Yuryevich Kharchenko, un affare legato alla compravendita di idrocarburi per 65 milioni di dollari, finalizzata a finanziare la campagna elettorale della Lega per le elezioni europee.

Nel frattempo continua l'analisi degli investigatori del nucleo di polizia economica finanziaria della Guardia di finanza su circa 20 file audio, registrati con una app telefonica ‘spia', contenuti nel cellulare sequestrato all'avvocato Meranda.

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