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Rottura tra Azione e Italia Viva, Calenda a Renzi: “Io non prendo soldi dall’assassino di Khashoggi”

Il leader di Azione si scaglia contro Italia Viva, in un ultimo tweet prima dell’annunciato silenzio stampa: “Io non prendo soldi dai dittatori stranieri, non sono caduto nella fregatura di Renzi”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il Terzo polo non esiste più. Tra Carlo Calenda e Matteo Renzi non volano neanche più gli stracci, finiti da tempo, ma ci si scaglia contro qualsiasi cosa ci si trovi intorno. Questa mattina il leader di Azione ha voluto mettere un punto a modo suo: con una lunga serie di tweet ha chiuso la questione, annunciando – in conclusione – un silenzio stampa da parte sua e degli esponenti del partito. Certo, bisogna capire quanto durerà, ma nelle ultime battute di questa vicenda politica ai limiti del grottesco, Calenda non le risparmia. Anzi. Si lancia in un attacco totale contro il suo ex alleato Matteo Renzi, tanto che verrebbe da chiedersi se le cose che scrive le abbia scoperte questa mattina.

"Nella vita professionale non ho mai ricevuto avvisi di garanzia/rinvii a giudizio/condanne pur avendo ruoli di responsabilità. Non ho accettato soldi a titolo personale da nessuno, tanto meno da dittatori e autocrati stranieri – attacca Calenda – Non ho preso finanziamenti per il partito da speculatori stranieri e intrallazzatori. Non ho mai incontrato un magistrato se non per ragioni di servizio. Mai sono entrato nelle lottizzazioni del Csm". Poi sottolinea: "Ho rotto con il Pd quando ha tradito la parola alleandosi con Renzi e i 5S. Ho rotto con Letta quando ha trasformato l’agenda Draghi in quella Bonelli/Fratoianni/Di Maio. Non sono caduto nella fregatura di Renzi e Boschi sul finto partito unico".

A questo punto Calenda risponde personalmente a una serie di critiche e attacchi, la prima è Emma Bonino, anche lei ex alleata di Azione: "Gli Ego o la litigiosità non c’entrano nulla. Tutti i politici hanno un Ego. Per quello di Bonino consiglio di rileggersi Pannella. C’entra la volontà di fare politica in modo serio, onorevole e onesto". E al senatore di Italia Viva Bonifazi, che lo ha accusato oggi di essere sempre in tv e mai in Parlamento, risponde: "È una classifica fatta su 25 giorni di voti già superata. Quando non ero in Senato ero a fare iniziative sul territorio per azione e Iv. Non ero a Miami con il genero di Trump o in Arabia a prendere soldi dall’assassino di Khashoggi". E anche qui il riferimento è ovviamente a Matteo Renzi. Infine conclude: "Tanto dovevo di spiegazioni sulle polemiche di questi giorni e sul tentativo di renderle ‘caratteriali' piuttosto che politiche. Da ora Azione entra in silenzio stampa. Lasciamo la melma a chi ci sta bene dentro".

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