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Covid 19

Renzi: “Gestione dell’emergenza non funziona, chiederemo conto di queste lacune”

Il leader di Italia viva Matteo Renzi esprime dubbi sulla gestione dell’emergenza sanitaria: “C’è qualcosa che non va. Penso che i problemi della seconda ondata derivino essenzialmente da quattro t: mancano tamponi rapidi, manca tracciabilità seria, mancano trasporti pubblici, dobbiamo avere più terapie intensive”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"C'è qualcosa che non va nella gestione dell'emergenza. Penso che i problemi della seconda ondata derivino essenzialmente da quattro t: mancano tamponi rapidi, manca tracciabilità seria, mancano trasporti pubblici, dobbiamo avere più terapie intensive". Lo ha scritto Matteo Renzi nella sua Enews, attaccando la maggioranza. Secondo Renzi c'è "grande confusione sotto il cielo nella gestione del Covid", perché "non possiamo avere 21 sanità diverse e quel referendum di quattro anni fa ci avrebbe aiutato a gestire in modo diametralmente diverso il coordinamento".

"Questo è il problema che incide (anche) sulla scuola: se avessimo avuto test rapidi senza mettere in quarantena le classi che attendono i risultati delle Asl, o avessimo coinvolto i bus privati o le forze armate per portare i ragazzi a scuola e decongestionare gli assembramenti sui mezzi, oggi saremmo in ben altra situazione", aggiunge il leader di Italia viva. "Chiederemo conto nelle sedi opportune di queste lacune, ora lavoriamo all'emergenza".

Quindi torna sul capitolo del Meccanismo europeo di stabilità: "Siccome i soldi servono", afferma Renzi, "insistere a rinunciare al Mes, mentre le persone non hanno tamponi o autobus per andare a scuola, smette di essere ideologia e inizia a essere masochismo".

Il leader di Italia viva ha commentato anche le dichiarazioni di Papa Francesco sulle coppie omosessuali: "il Papa ha detto parole molto belle sulla necessità di una legge sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Dopo anni di promesse vane – ha aggiunto l'ex presidente del Consiglio nella sua Enews -, con il mio governo si è fatta finalmente la legge, ponendo addirittura la questione di fiducia. Io so quanto ci è costato umanamente, politicamente e anche personalmente. Ovviamente, nessuno oggi ci dà atto di quella sfida vinta. Ma non importa".

"Forse noi abbiamo voluto fare troppe riforme, ma preferisco provare a cambiare che non stare a rimpiangere. Abbiamo provato a vivere il nostro tempo nel futuro anteriore mentre in politica va di moda il passato remoto. Ma anche se abbiamo pagato un prezzo molto alto, sono contento di averlo fatto. Da premier, ho vissuto una scelta difficile in nome della laicità. Da cattolico, oggi sono felice delle parole del Papa. E del silenzio – ha concluso Renzi – di chi anni fa si permetteva di giudicare la fede altrui".

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