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Reddito di cittadinanza, le ultime notizie

Reddito di cittadinanza, cosa cambia per i beneficiari: più controlli e sanzioni più severe

Il reddito di cittadinanza non verrà smantellato dal nuovo governo, ma potrebbe subire qualche modifica, soprattutto per quella che viene definita la fase due: l’inserimento dei beneficiari nel mondo del lavoro. La maggioranza potrebbe puntare a inasprire le sanzioni per chi non partecipa agli incontri di orientamento previsti e ad anticipare la revoca del sussidio in caso di assenze a questi appuntamenti.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il reddito di cittadinanza non è a rischio. Da più parti la nuova maggioranza ha fatto sapere che la misura rimarrà. Anche se potrebbe essere leggermente modificata. Da qualche settimana si parla di possibili ritocchi. E d’altronde lo stesso Movimento 5 Stelle sostiene che la misura vada perfezionata. Mentre il Pd punta a evitare che sia un sussidio solamente assistenziale. E anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha lasciato intendere che qualche dettaglio va ancora limato. Al momento il problema sembra essere quello della cosiddetta fase due, riguardante l’inserimento al lavoro dei beneficiari. Le convocazioni dei centri per l’impiego sono partite solo a settembre, in netto ritardo rispetto alla distribuzione delle card iniziata ben prima dell’estate. I beneficiari, quindi, da mesi ricevono l’assegno senza aver iniziato realmente il loro percorso di reinserimento nel mondo del lavoro.

Reddito di cittadinanza, le novità sull'inserimento al lavoro

Meno di un beneficiario del reddito di cittadinanza su tre è obbligato a cercare un lavoro. Gli altri, per diversi motivi, sono esonerati. Su questa parte di persone che percepisce il sussidio vorrebbe intervenire il governo, cercando di rafforzare le misure per l’inserimento nel mondo del lavoro. E potrebbero farlo incentivando chi riceve il reddito a cercare il lavoro, come spiega Il Messaggero. Un’ipotesi in campo è quella di inasprire le sanzioni per chi non partecipa agli incontri di orientamento e ai progetti indicati dagli operatori dei centri per l’impiego.

Un’altra strada potrebbe quella di anticipare la revoca del sussidio nel caso in cui non si partecipi alle iniziative previste. Ad oggi l’erogazione del reddito viene sospesa solamente a chi non si presenta agli incontri prestabiliti senza una valida giustificazione. Ma la revoca arriva solo nel caso in cui si saltino almeno tre appuntamenti. Si potrebbe, dunque, ridurre questo limite. Un’altra ipotesi di modifica viene caldeggiata dalla parte renziana del governo, che vorrebbe puntare su uno schema diverso, in cui l’Anpal si troverebbe a dialogare maggiormente con le agenzie private di collocamento. Inoltre, si punta a inasprire le pene per chi lavora in nero e ad effettuare più controlli – e più approfonditi – sui possibili furbetti.

I maggiori risparmi del reddito di cittadinanza

Il Messaggero riporta anche un’altra novità, riguardante il versante economico e le risorse investite per il reddito di cittadinanza. I tecnici dell’Ufficio parlamentare di bilancio hanno rivisto al ribasso le stime del numero di famiglie che riceveranno il sussidio. In totale le domande saranno 150mila in meno rispetto a quanto previsto. Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, quindi, la prima stima di 1.177.000 famiglie beneficiarie si riduce a 1.021.000. Il che vuol dire, secondo una prima stima, minori spese per circa un miliardo nel 2020. A cui aggiungere i quattro miliardi risparmiati con la quota 100. Per un totale di cinque miliardi di euro da investire nella prossima legge di Bilancio.

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