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Sul sito del governo per gli ex percettori di Rdc, nelle offerte di lavoro, non ci sono gli stipendi

Il governo ha lanciato la piattaforma Siisl, che contiene le offerte di lavoro per chi otterrà i sussidi previsti, al posto del reddito di cittadinanza. Abbiamo analizzato gli annunci presenti nel sistema e scoperto che in nessuno o quasi di queste è indicata la retribuzione offerta. In moltissimi manca anche l’indicazione sul tipo di contratto. Eppure i percettori dovranno accettare la prima offerta ricevuta, pena la decadenza del beneficio economico.
A cura di Marco Billeci
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Il 1 settembre 2023, il ministero del Lavoro e l'Inps hanno lanciato il Sistema Informativo per l'Inclusione Sociale e Lavorativa  (Siisl), dedicato agli ex percettori di reddito di cittadinanza. Tramite questa piattaforma web, i soggetti cosiddetti occupabili possono iscriversi ai corsi di formazione, necessari per accedere al nuovo Supporto per la Formazione e il Lavoro, da 350 euro, erogabile per un massimo di dodici mesi. In questo arco di tempo, gli iscritti  potranno ricevere offerte di lavoro o manifestare interesse per posizioni lavorative, tra quelle caricate all'interno della stessa piattaforma.

Le offerte di lavoro attualmente presenti sul Siisl sono quasi 21mila. Abbiamo fatto un analisi a campione, selezionandone in maniera casuale venti, per ognuna delle venti regioni italiane. L'estratto di 400 annunci, permette di tracciare un quadro degli impieghi, ma soprattutto del tipo di contratti, stipendi e condizioni offerti. E se da una parte, a chi  vuole il sussidio sono richiesti impegni tassativi, informazioni dettagliate, vincoli stringenti. Dall'altra, invece, sul tipo di posti di lavoro proposti da aziende e imprese – direttamente o per tramite di agenzie, soprattutto private – le maglie sono molto più larghe.

Nessuna informazione sulle retribuzioni

Le pagine degli annunci su Siisl hanno tutte lo stesso formato standard, una parte testuale di descrizione del profilo ricercato e un'altra con un prospetto sintetico, dove dovrebbero essere riassunti le caratteristiche fondamentali del ruolo, i requisiti richiesti e le condizioni offerte. Ecco, in tutti e 400 casi da noi analizzati, quest'ultima parte si presenta completamente vuota. Nessuna informazione su retribuzione, tipologia o durata di contratto.

Esempio di prospetto informativo delle condizioni offerte in un annuncio di lavoro su Siisl
Esempio di prospetto informativo delle condizioni offerte in un annuncio di lavoro su Siisl

Insomma, l'utente che volesse avere una panoramica rapida sulle condizioni delle diverse offerte è destinato a rimanere a bocca asciutta. Passiamo allora ad analizzare l'altra sezione della pagina degli annunci, quella che dovrebbe contenere una descrizione discorsiva più dettagliata, delle caratteristiche del lavoro proposto. Anche qui, tuttavia, in 399 dei 400 annunci analizzati non c'è nessun accenno a cifre di stipendi e retribuzioni.

Nessun numero, insomma. Al massimo, in molti casi, frasi generiche come: "l’inquadramento e la retribuzione saranno commisurati alle reali esperienze e competenze maturate dalla risorsa" per un montatore meccanico. Oppure "stipendio competitivo ,bevande calde gratuite, buoni pasto e numerose aree dove fare la pausa" diretto a un aspirante magazziniere Amazon. O ancora "la retribuzione verrà valutata in base all’esperienza del candidato" per una colf, "retribuzione e inquadramento contrattuale da stabilire in sede di colloquio" e via dicendo.

In molti altri casi, invece, le descrizioni inserite sono ancora più stringate, una riga o poco più con un accenno molto generico delle mansioni ricercate, senza nemmeno citare le questioni della retribuzione o del contratto.  A volte, addirittura, il testo dell'annuncio si interrompe a metà frase, lasciando in sospeso il discorso, come se fosse stato copiaincollato di fretta sulle pagine di Siisl da un'altra piattaforma e una parte si fosse persa per strada.

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In altri casi, si trova invece un riferimento più diretto, al Contratto Nazionale di Categoria applicato ed eventualmente al livello di ingresso. Senza specificare la retribuzione, tuttavia, anche questa formula lascia margini di incertezza e dietro le parole – in assenza di numeri – può riservare brutte sorprese. Prendiamo ad esempio quest'annuncio:

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Ora, al netto di possibili errori nella compilazione della proposta, si parla di un contratto di tre mesi da 14 ore e mezzo al giorno per sei giorni a settimana, con una retribuzione che stando al livello indicato, dovrebbe attestarsi sui 1372 euro lordi. Parleremmo dunque di orari di lavoro fuori da qualsiasi regola, da reggere per circa 4 euro lordi all'ora.

Solo in uno degli annunci da noi selezionati (in modo del tutto casuale, ribadiamo), c'è la cifra proposta: un lavoro da giardiniere per una multiservizi, 70 euro (non specificato se lordi o netti), per 9 ore di lavoro giornaliere, meno di otto euro all'ora.

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La giungla dei contratti

Le cose vanno solo un po' meglio (anche perché peggio era difficile fare) quando dalla retribuzione, si passa alla tipologia contrattuale. Come detto, un discreto numero degli annunci da noi visionati non fa cenno nemmeno a questo aspetto: non dice cioè se si parla di un contratto a tempo indeterminato oppure determinato, se a tempo pieno o part time, etc… Una buona parte invece contiene nella descrizione qualche indicazione, anche se spesso incompleta. Ad esempio, in molti casi si parla di contratti a tempo determinato, senza specificare la durata.

Ci sono poi offerte, che sembra difficile possano essere destinate agli ex percettori di reddito. La ministra Calderone ha detto che la media di età di chi ha già fatto richiesta per il Supporto per la Formazione e il Lavoro è di circa 40 anni. Non si capisce allora come questi soggetti possano essere interessati a tirocini curriculari, per l'acquisizione di crediti universitari

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Oppure a stage destinati a neolaureati, come nel caso di una proposta per chi ha appena preso la laurea in discipline economiche o ingegneria gestionale, con livello di inglese avanzato, da inserire nel settore marketing di un gruppo di automotive, tramite uno stage di sei mesi, con solo il rimborso spese e ticket restaurant.

Annuncio per uno stage, per di più con la descrizione troncata a metà
Annuncio per uno stage, per di più con la descrizione troncata a metà

O ancora a lavoretti part time di poche ore settimanali, che certo non permettono di uscire dalla condizione di povertà

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In altri casi, invece ruoli, titoli e specializzazioni ricercati sembrano fuori portata per persone, che spesso non riescono a trovare lavoro, proprio a causa del basso livello di scolarizzazione. Sembra difficile dunque che domanda e offerta di lavoro possano incrociarsi con successo, nel caso di annunci che cercano ottici, avvocati, ingegneri, architetti, etc…

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Un'ultimo aspetto critico è legato alla distribuzione territoriale delle offerte, anche se in questo caso le cause non vanno ricercate nel sistema specifico, ma nella generale composizione del mercato del lavoro italiano. Non sorprende troppo quindi che ad esempio per la Lombardia ci siano 6045 proposte, contro le 145 della Sicilia. O che il Friuli ne conti il triplo della Campania. O ancora, che nell'elenco della sola provincia di Bolzano si contino 74 annunci, contro i 29 del Molise.

Peraltro, diversi degli annunci inseriti nelle pagine delle regioni a minor sviluppo imprenditoriale e industriale rimandano in realtà a posizioni situate lontane dai confini regionali o addirittura fuori da quelli nazionali, come nell'esempio qua sotto, dove una grande multinazionale dell'alimentare propone, nella sezione dedicata all'Abruzzo, un contratto a tempo determinato da operaio negli stabilimenti del gruppo in Belgio

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Il rebus della decadenza dei sussidi

Torniamo ora da dove siamo partiti, cioè la questione degli stipendi. Va detto, per onestà, che gli annunci di lavoro presenti sulla piattaforma Siisl sotto quest'aspetto non sono certo un'eccezione. Una recente ricerca dell'azienda di recruiting Reverse ha mostrato come solo il quattro percento delle offerte scrutinate sul mercato italiano presentasse le cifre della retribuzione proposta. Percentuali simili si ritrovano anche in Spagna, Francia e Germania. Non a caso, nel marzo scorso il Parlamento europeo ha approvato una direttiva che entro i prossimi tre anni dovrebbe obbligare le aziende a indicare la Retribuzione Annuale Lorda (Ral), all'interno degli annunci di lavoro.

Dall'altra parte, però, ci si aspetterebbe un salto in avanti e uno sforzo di maggiore trasparenza, in un sistema come quello appena varato dal governo con la nuova piattaforma, che si propone in prospettiva di diventare il punto di incrocio della domanda e offerta, non solo per gli ex percettori del reddito di cittadinanza, ma di tutto il mercato del lavoro italiano. Nell'immediato, peraltro, la mancanza di molti dati su retribuzioni e contratti nel Siisl pone un altro problema, per chi a breve otterrà il Sussidio Formazione e Lavoro e per quelli che da gennaio beneficeranno del nuovo Assegno di Inclusione.

Gli occupabili che percepiranno i due sussidi infatti sono tenuti ad accettare qualsiasi offerta di lavoro presenti le seguenti caratteristiche:  si riferisce a un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, senza limiti di distanza nell'ambito del territorio nazionale; si riferisce a un rapporto di lavoro a tempo pieno o a tempo parziale, non inferiore al 60 per cento dell'orario a tempo pieno; la retribuzione non è inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi; si riferisce a un contratto di lavoro a tempo determinato, qualora il luogo di lavoro non disti più di 80 chilometri dal domicilio del soggetto.

Ora, abbiamo visto come diverse delle proposte occupazionali all'interno del Siisl non presentano questi requisiti. Soprattutto, molte altre non contengono le informazioni necessarie a valutare se siano congrue o meno, secondo i criteri elencati sopra. Viene da chiedersi allora come possano gli utenti scegliere di accettare o meno un offerta, senza avere gli elementi per capire se, in caso di rifiuto, perderanno o no il sussidio.

Certo, queste informazioni potrebbero essere fornite nei passaggi successivi del contatto tra candidato e azienda, prima della proposta assunzione. Ma in caso di rifiuto, chi, come e su che basi valuterà se l'offerta respinta rispondeva ai requisiti minimi stabiliti dalla legge. E di conseguenza, se il percettore deve perdere il beneficio economico statale o no. Su questo punto, né i decreti governativi né le circolari dell'Inps offrono chiarimenti. Abbiamo chiesto lumi all'Istituto previdenziale, che ci ha rimandato al ministero del Lavoro. Dagli uffici del ministro Calderone ci hanno invitato a inviare una mail, per dettagliare la richiesta, così da indirizzarla agli uffici competenti. Lo abbiamo fatto, ma al momento di pubblicare questo articolo, dal ministero non è arrivata nessuna risposta.

La richiesta di rettifica da parte del ministero

Dopo la pubblicazione di questo articolo abbiamo ricevuto una richiesta di rettifica da parte del ministero che pubblichiamo di seguito integralmente:

Gentile direttore, in merito all’articolo pubblicato in data odierna su www.fanpage.it, a firma di Marco Billeci, dal titolo “Sul sito del governo per gli ex percettori di Rdc, nelle offerte di lavoro non ci sono gli stipendi”, si segnalano una serie di imprecisioni.

Innanzitutto, giova ricordare che la piattaforma nazionale costituisce un aggregatore delle banche dati sulla domanda e offerta di lavoro e formazione e non realizza il matching direttamente, che avviene attraverso i servizi per il lavoro collegati.

Quanto all’articolo, partendo dal titolo, si precisa che non vi è un obbligo da parte di chi offre un posto di lavoro di inserire anche lo stipendio offerto. Le offerte di lavoro sono collegate ad un contratto collettivo di riferimento che può essere esplicitato in piattaforma o durante il colloquio di lavoro per la posizione a cui si candida l’ex percettore di reddito. A tal proposito, giova ricordare che manifestare l’interesse nei confronti di una offerta non equivale in nessun caso all’accettazione della stessa. L’Agenzia per il lavoro o il Centro per l’impiego, infatti, prenderanno in carico la disponibilità del candidato ad una posizione e lo contatteranno per fissare un colloquio di preselezione nel corso del quale si forniranno informazioni più specifiche. Il colloquio permetterà di verificare il possesso, da parte del candidato, delle caratteristiche indispensabili per la tipologia di lavoro disponibile. Se l’esito dello stesso è positivo, sarà definita l’offerta di lavoro. Per la cancellazione dalle liste, il candidato dovrà rifiutare un’offerta che ha
le caratteristiche di congruità previste dalla legge.

Si chiede, pertanto, immediata rettifica dei contenuti dell’articolo.

Prendiamo atto della precisazione del ministero, che conferma nella sostanza tutto quanto scritto nell’articolo. Nell’articolo non si afferma in nessun modo che sia obbligatorio inserire la cifra dello stipendio in un annuncio di lavoro, anzi si spiega come l’assenza dell’indicazione della retribuzione sia abitudine molto diffusa, anche al di fuori del sistema Siisl, sia in Italia che all’estero. E sempre nel nostro articolo si precisa come sia possibile che maggiori informazioni su una determinata posizione rispetto a quelle presenti sul sistema Siisl siano fornite al candidato, nei passaggi successivi di contatto con l’azienda, anche per il tramite delle agenzie per il lavoro o i centri per l’impiego.

Il nostro lavoro aveva lo scopo di fornire una panoramica sul livello di dettaglio degli annunci presenti sulla piattaforma Siisl. Rimane aperta la questione se un percorso di inserimento nel mondo del lavoro realizzato all’interno di un ecosistema digitale pubblico come Siisl non meriti maggiore trasparenza, fin dalle fase iniziali, riguardo ai livelli retributivi, tipologie contrattuali e alte condizioni di lavoro. E resta senza risposta la domanda su chi e in che modo controlli che le offerte poi effettivamente formulate dalle aziende direttamente al candidato abbiano i requisiti di congruità previsti dalla legge, per cui l’eventuale rifiuto comporta la decadenza del sussidio. Su questo il ministero nella sua nota di precisazione non dà risposte, come già non aveva risposto alla mail con cui avevamo chiesto chiarimenti in merito.

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