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Elezione del Presidente della Repubblica 2022

Quirinale, cosa sono le schede segnate e perché potrebbero tornare utili a Berlusconi

Negli ultimi giorni, mentre si avvicina il primo scrutinio per il Quirinale, si parla molto di schede segnate. E si sottolinea come queste potrebbero tornare utili a Silvio Berlusconi per sondare il terreno rispetto ai numeri a suo favore. Ecco di che cosa si tratta.
A cura di Annalisa Girardi
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Proseguono i dialoghi e le trattative tra le forze politiche sull'elezione del prossimo presidente della Repubblica. L'unico nome ufficialmente sul tavolo è quello di Silvio Berlusconi, che di fatto deve ancora sciogliere le riserve sulla candidatura, messa in campo dal centrodestra. Non sono ancora chiari i numeri a sostegno dell'ex presidente del Consiglio, che in queste ore starebbe quindi valutando la sua prossima mossa. Entro lunedì, quando si terrà il primo scrutinio, il Cavaliere dovrà chiarire le sue reali chances altrimenti la Lega farà una "proposta condivisa", ha puntualizzato Matteo Salvini. Il tempo stringe ed è probabile che Berlusconi sonderà il terreno direttamente in Aula. Potrebbe farlo attraverso le schede segnate, di cui si sta parlando molto in questi giorni. Ecco che cosa sono e perché potrebbero essere utili al leader di Forza Italia.

Di norma lo scrutinio viene gestito dal presidente della Camera, che può scegliere come annunciare quanto scritto dai grandi elettori sulle schede. Nelle ultime votazioni, quelle del 2013 e del 2015, l'allora presidente della Camera, Laura Boldrini, decise di leggere tutto quello che trovava scritto nella scheda. Se c'era scritto "Sergio Mattarella" leggeva "Sergio Mattarella". Se era riportato solo il cognome, leggeva solo il cognome. Se nome e cognome erano invertiti, li leggeva invertiti.

In questo modo Berlusconi potrebbe, adottando piccoli stratagemmi, cercare di capire i numeri a suo favore già dalle prime votazioni. Come? Dando indicazioni diverse ai partiti su come riportare il suo nome. Ai parlamentari di Forza Italia, ad esempio, potrebbe essere detto di scrivere solo "Berlusconi. A quelli della Lega "Silvio Berlusconi", mentre a quelli di Fratelli d'Italia "Berlusconi Silvio". Ci sono anche molte altre combinazioni, aggiungendo ad esempio "onorevole" o "cavaliere" al nome. In questo modo il leader azzurro potrebbe avere già dalla prima votazione la percezione dei partiti che rimangono compatti sul suo nome e quali sono invece quelli che registrano meno Grandi Elettori del previsto.

L'ultima parola, però, spetta all'attuale presidente della Camera, Roberto Fico, che potrebbe anche decidere di pronunciare solo il cognome del candidato, indipendentemente dal fatto che la scheda riporti anche il nome o dei titoli. Nel 1999 il presidente della Camera Luciano Violante fece proprio così: in quell'occasione venne scelto Carlo Azeglio Ciampi.

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