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Quando si eleggerà il nuovo presidente del Parlamento europeo: l’agenda della prossima plenaria

Nella plenaria della prossima settimana al Parlamento europeo è prevista l’elezione del nuovo presidente, già in programma anche prima della tragica scomparsa di David Sassoli. Bisognerà eleggere la guida dell’Europarlamento per i prossimi due anni e mezzo, ma non solo. Ecco cosa c’è in agenda.
A cura di Annalisa Girardi
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Tra il 17 e il 20 gennaio si terrà la sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo in cui si dovrà eleggere il nuovo presidente. Un'elezione che in realtà non è dovuta all'improvvisa scomparsa di David Sassoli, morto per una complicanza dovuta a una disfunzione del sistema immunitario nella notte dell'11 gennaio, ma che era già programmata. Si dovrà eleggete il presidente dell'Europarlamento per i prossimi due anni e mezzo della legislatura. Lunedì alle 18, però, la sessione inizierà con un omaggio degli europarlamentari a Sassoli, venuto a mancare a 65 anni, a pochi giorni dalla scadenza del suo mandato.

Martedì e mercoledì, così come stabilisce l'agenda di Strasburgo, gli europarlamentari dovranno eleggere il nuovo Ufficio di presidenza, composto da 14 vicepresidenti e cinque questori. Mercoledì il presidente della Francia, Emmanuel Macron, che ha appena assunto la presidenza del Consiglio Ue, dovrà presentare e discutere con gli eurodeputati la strategia politica e gli obiettivi del semestre Ue francese.

C'è poi una serie di questioni tecniche e politiche all'ordine del giorno. Il parlamento infatti, sempre mercoledì, deve votare il mandato negoziale sulle norme Ue per contrastare i contenuti illegali online e rendere le piattaforme responsabili dei loro algoritmi. Inoltre gli eurodeputati devono dare il via libera definitivo all'accordo raggiunto tra i ministri dei diversi Stati membri per rafforzare il ruolo dell'Ema, l'Agenzia europea dei medicinali.

E infine si discuterà insieme ai vertici di Consiglio Ue e Commissione, sulle conclusioni raggiunte dai capi di Stato e di governo lo scorso 16 dicembre. Un incontro in cui, mentre la curva dei contagi cominciava ad impennarsi al diffondersi della variante Omicron, Mario Draghi difendeva la decisione del suo governo di richiedere a chiunque entrasse in Italia, anche ai cittadini europei muniti di Green Pass dopo il vaccino, di effettuare un tampone. In quell'occasione, inoltre, si era parlato anche della necessità di rafforzare la campagna vaccinale, accelerando in particolare sulle terze dosi.

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