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Quando arriveranno i soldi del Recovery Fund in Italia

Con l’approvazione del pacchetto sul Next Generation Eu e del Recovery fund da parte del Consiglio europeo, l’arrivo dei sussidi e dei prestiti all’Italia si avvicina. Ma prima vanno seguite alcune tappe, dal voto dell’Europarlamento alle ratifiche dei parlamenti nazionali. E anche la strada per il piano italiano è ancora in salita, considerando le divisioni nella maggioranza. Quindi, quando arriveranno le risorse europee?
A cura di Stefano Rizzuti
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Il Consiglio Ue che il 10 dicembre ha riunito i leader dei 27 Stati membri ha trovato l’accordo sul Recovery fund e sul pacchetto Next Generation Eu. Come ha scritto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, questo vuol dire che all’Italia arriveranno 209 miliardi di euro tra sovvenzioni e prestiti. “Ora dobbiamo solo correre”, dice Conte. In effetti i tempi sono stretti e per ottenere i soldi al più presto le tappe da rispettare sono tante. E non sempre prive di ostacoli, sia per l’Italia che per l’Europa.

Con il Recovery fund all’Italia andranno 81,4 miliardi di euro di sussidi e 127,4 di prestiti. L’obiettivo era raggiungere l’accordo entro la fine dell’anno. L’impegno della presidenza tedesca è stato rispettato e Angela Merkel è riuscita a incassare questa vittoria proprio con il compromesso per cui lei ha spinto. Andiamo ora a vedere quali saranno le prossime tappe dopo l’accordo raggiunto al Consiglio e quali saranno i tempi per ottenere i soldi europei.

Recovery fund, i prossimi passaggi

La prossima settimana il dibattito si sposterà al Parlamento europeo, dove però non ci dovrebbero essere sorprese. Una volta arrivato l’ok dell’Europarlamento si passerà a una fase probabilmente molto più delicata, quella delle ratifiche nazionali. Difatti è tutt’altro che scontata una rapida approvazione dei singoli parlamenti di ogni stato membro, considerando che non sempre la posta in palio è solamente l’arrivo di fondi come succede per l’Italia. Ben più controverse le discussioni in Olanda, per esempio. E d’altronde basti pensare che per ratificare Sure ci sono voluti mesi.

L’obiettivo è quello di concludere questi procedimenti entro la fine dell’anno, anche perché tecnicamente è proprio dal primo gennaio 2021 che dovrebbero entrare in vigore il Recovery fund e il bilancio pluriennale Ue 2021-2027. Dopo l’approvazione il passaggio successivo è nazionale. Per beneficiare dei fondi del Recovery fund gli Stati membri dovranno presentare i propri piani nazionali, con il programma di investimento e le riforme da mettere in campo seguendo i consigli di Bruxelles. I piani dovranno essere presentati entro il 30 aprile 2021.

Il piano italiano per il Recovery e le polemiche interne

Facile a dirsi, meno a farsi. Lo dimostra quanto sta avvenendo in Italia, con la discussione interna alla maggioranza tutt’altro che serena. Tanto che Italia Viva è arrivata a minacciare un suo veto sul piano a cui sta pensando Conte, soprattutto sul tema della governance. L’Italia ha individuato sei aree di intervento: digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per la mobilità; istruzione, formazione, ricerca e cultura; equità sociale, territoriale e di genere; salute. Il nodo critico resta quello della governance, con la cabina di regia allargata che non piace a tutti: ne farebbero parte il Comitato interministeriali degli Affari europei, il presidente del Consiglio, il ministro dell’Economia e quello dello Sviluppo economico, oltre a un comitato esecutivo, composto probabilmente da sei manager.

Quando arriveranno i soldi del Recovery fund in Italia

L’erogazione dei fondi dipende, ovviamente, dalla reale approvazione del Recovery a livello europeo. Dopo il passaggio all’Europarlamento, infatti, rimane l’incognita delle ratifiche dei parlamenti nazionali. Nel caso in cui i tempi siano realmente stretti, con l’entrata in vigore del piano a inizio gennaio, la prima erogazione dovrebbe arrivare in pieno 2021. La prima ipotesi era quella della tarda primavera, ma sembra ormai da escludere. Più probabile che se ne parli in estate o, comunque, nella seconda metà del 2021. La prima tranche consisterebbe nel 10% delle risorse. Per l’Italia si tratterebbe di circa 20 miliardi.

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