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Prodi: “Il Pd non può essere un club esclusivo, bisogna ricucire il rapporto con la gente”

L’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, dopo il seminario del partito nell’Abbazia di Contigliano, bacchetta il Partito Democratico: “Bisogna tornare al rapporto con la gente e finirla con il partito che diventa un club a uso esclusivo di 10 persone che si parlano ed eleggono a vicenda. Prima avevamo tante linee di trasmissione ma questo meccanismo oggi si è rotto”.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'ex premier Romano Prodi bacchetta il Partito Democratico: "Bisogna tornare al rapporto con la gente e finirla con il partito che diventa un club a uso esclusivo di 10 persone che si parlano ed eleggono a vicenda". Lo ha detto intervenendo al programma TGtg su Tv2000, commentando la riunione del Pd nell'Abbazia di Contigliano, tra Rieti e Greccio, dove il Pd ha elaborato un documento, il Piano strategico per l'Italia, che verrà proposto alla verifica di maggioranza richiesta dal presidente del Consiglio Conte.

"Alcune volte le riunioni di partito – ha aggiunto – possono essere utili ma anche dannose. Questo incontro sarebbe importante se il Pd cambiasse alcuni punti del programma ma deve soprattutto cambiare il modo con cui si avvicina alla gente. Prima avevamo tante linee di trasmissione ma questo meccanismo oggi si è rotto. Il problema sarà legare le cariche di partito non alle tessere ma ai successi elettorali che il partito ha avuto nelle Regioni. Io non conosco più di un terzo dei parlamentari di Bologna. Questo non è possibile. Ci si accanisce sul numero dei parlamentari, alla Camera sono sicuramente troppi ed è difficile dialogare, però il vero problema è riportare un sistema elettorale che faccia in modo che il parlamentare risponda ai suoi elettori non solo durante le elezioni ma anche nei successivi 5 anni. Se il Pd riprende, riammodernandola, questa funzione avrà un successo enorme perché questo lo può fare solo il Partito democratico. Vedremo se questo ‘conclave' sarà l'inizio di tale percorso. La gente ha bisogno di vedere le facce e di dialogare con qualcuno. La politica si fa incontrando e ascoltando la gente".

"I nuovi media – ha proseguito Prodi – hanno portato la crisi dei partiti e a delegare l'autorità mettendo in crisi la democrazia. Il fenomeno delle sardine è stato per me una sorpresa, li vedo con grande simpatia". Nel 2013 è stato tra i possibili candidati per il Quirinale, e in merito a una sua nuova candidatura ha risposto così: "Nel 2013 ero sicurissimo che non mi avrebbero votato. Ero in Africa ad un convegno e ci sono rimasto. Così sarebbe anche la prossima volta. Diventare presidente della Repubblica, con tutta onestà, non è nella mia agenda". 

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