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Prescrizione, Renzi: “Non voto l’accordo. Hanno fatto male i conti, non hanno numeri in Parlamento”

Renzi torna a commentare la questione della prescrizione: “Sulla giustizia noi non ci stiamo. Se qualcun altro per mantenere una poltrona è disponibile a diventare socio faccia pure, noi siamo un’altra roba. Il Parlamento è sovrano però non hanno la maggioranza. Poi se ce l’hanno evviva: la mia impressione è che abbiano fatto i conti e che rischiano di fare un pasticcio”.
A cura di Annalisa Girardi
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"Questo accordo a tre non ha la maggioranza in Parlamento. Se trovano qualcuno che gli vota sta roba io sono contento per loro: ma un po' meno per il Paese, noi non la votiamo", così Matteo Renzi torna sulla questione della prescrizione in diretta da Circo Massimo, su Radio Capital. Ieri sera il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, aveva annunciato il raggiungimento di un accordo tra Movimento Cinque Stelle, Partito democratico e Liberi e Uguali. Italia Viva si era dichiarata contraria: un'intesa, quindi, tra tre forze di maggioranza su quattro. Che però, afferma Renzi, non basterebbe per approvare la riforma. "Sulla giustizia noi non ci stiamo. Se qualcun altro per mantenere una poltrona è disponibile a diventare socio faccia pure, noi siamo un'altra roba. Io non ho problemi su questo, se Conte trova i voti nel mondo della destra, che gli vota sta roba, io sono contento per loro. Il Parlamento è sovrano però non hanno la maggioranza. Poi se ce l'hanno evviva: la mia impressione è che abbiano fatto i conti e che rischiano di fare un pasticcio".

Poi rassicura di non voler fare cadere il governo sulla questione: "Assolutamente no. Io non mi sono sfilato, lo dico da sei mesi che su questa storia della giustizia non si può diventare populisti. Questo governo è nato per evitare il rischio Italexit accarezzato da Salvini, ma io non posso diventare giustizialista". Nessun appoggio esterno, quindi, in quanto significherebbe far dimettere tre dei propri ministri: "Noi abbiamo tre postazioni, non vogliamo lasciarle. Se il presidente del Consiglio vuole che le lasciamo ce lo dirà e ci mettiamo un quarto d'ora a lasciarle, se vogliono drammatizzare facciano pure".

Renzi attacca i dem: "Per noi le idee sono più importanti delle poltrone"

E continua: "Noi continuiamo a lavorare sui nostri settori, se ci vogliono buttar fuori ce lo dicono, se ci dicono o cambiate idea, o diventate anche voi giustizialisti o vi buttiamo fuori, noi diciamo subito che non cambiamo idea: per noi le idee sono più importanti delle poltrone. Io non cambio la natura della mia esperienza politica riformista per inseguire una cultura giustizialista e populista. Spero che non drammatizzino, che prevalga il buon senso".

Renzi conclude attaccando gli alleati del Partito democratico: "Quello che sinceramente non riesco a capire è come faccia il Pd, che ha i numeri, che ha fatto un bel risultato in Emilia Romagna, a non utilizzare la forza di questo risultato per dettare l'agenda, ma inseguire l'agenda su una vicenda come quella della giustizia, perché il principio di fondo di questo accordo a tre è che rimane il ragionamento bonafediano sulla prescrizione".

La replica di Bonafede: "I cittadini non hanno bisogno di risse"

"Rispetto tutti, anche le opinioni divergenti anche quando questo rispetto non è reciproco. Va bene tutto. L'importante per me è guardare in faccia gli italiani e chiarire che sto lavorando senza sosta, perché voglio che i cittadini italiani abbiano un processo penale efficiente e celere. Mi dispiace però che i toni vengono alzati, perché i cittadini italiani non hanno bisogno di risse politiche, e io continuo ad essere aperto al confronto", ha replicato il ministro Bonafede. "Agli addetti ai lavori, a quelli anche più critici, io dico che da parte mia sulla riforma del processo penale c'è una grande disponibilità che ho già dimostrato nei loro confronti, c'è una grande disponibilità a confrontarci. La prossima settimana tra l'altro io istituirò un tavolo permanente all'interno del Ministero che possa valutare costantemente l'impatto delle leggi che stiamo approvando sul sistema giustizia, in modo tale da valutare poi, una volta che queste leggi verranno applicate, dove bisogna intervenire se bisogna intervenire", ha aggiunto il Guardasigilli.

Quindi l'apprezzamento agli alleati del Pd: "Riconosco, e mi fa piacere farlo, grande lealtà, grande correttezza, grande senso di responsabilità da parte del Partito Democratico e di Leu, perché governare un Paese quando si è in quattro forze politiche, vuol dire anche venirsi incontro. Il lodo Conte-bis non è la mia proposta originaria; la mia proposta originaria che oggi è legge è un'altra. Però nel momento in cui mi trovo al governo, e sono ministro di un governo con tante forze politiche, chiaramente so che devo cercare una sintesi". Poi Bonafede fa riferimento direttamente a Renzi e Italia Viva: "Vengo accusato di rigidità, di muro contro muro: al tavolo abbiamo lavorato, lo dico tranquillamente, ci siamo confrontati, c'è stato un coinvolgimento di tutte le forze politiche, compresa ovviamente Italia Viva. Chiaramente poi c'è stata questa divergenza finale che io rispetto, a differenza dei toni usati dagli altri che sono palesemente finalizzati a creare una rissa intorno a questo tema. Siccome io non accetto nessun tipo di provocazione, non credo che sia giusto nei confronti dei cittadini italiani, io dico confrontiamoci sui temi, e prendiamo atto che quando ci sono le divergenze e si sta in una maggioranza si cerca anche di venirsi incontro, e si cerca di trovare una soluzione. Su certe cose chiaramente ci sarà sempre qualcuno che non sarà contento, però se cominciamo a dire ‘ma io ho i voti in Parlamento', anche il 5 Stelle ha i voti in Parlamento, come il Pd e come Leu, non è che ogni volta possiamo far valere un diritto di veto, è questo che secondo me è sbagliato. Mi auguro che lunedì in Consiglio dei ministri possa esserci una nuova occasione di confronto: ieri un accordo importante, un passo importante è stato trovato".

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