Ponte sullo Stretto di Messina

Ponte, Donzelli (Fdi): “Da Corte dei Conti spudorata forzatura”. Avs: “Progetto è truffa di Stato”

Dopo la decisione della Corte dei Conti sul Ponte sullo Stretto, il responsabile organizzazione di FdI Giovanni Donzelli definisce la scelta dei magistrati contabili “una chiara invasione di campo”. Le opposizioni invece, difendono la Corte e accusano il governo di aver forzato le procedure.
A cura di Redazione
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A cura di Marco Billeci e Giulia Casula

Dopo la decisione della Corte dei Conti di negare il visto di legittimità alla delibera Cipess che dava il via libera definitivo al progetto del Ponte sullo Stretto, il responsabile organizzazione di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli definisce la scelta dei magistrati contabili "una chiara invasione di campo".

"Credo che il governo faccia bene a non farsi fermare da alcuni che interpretano il proprio ruolo per alterare le scelte che invece spettano al governo. È senza discussione un'invasione di campo. Non c'è ombra di dubbio", dice a Fanpage.it contestando il giudizio della Corte. "Credo che fermare un opera così importante perché non si vuole cliccare sul link… Credo che sia oggettivamente un po' forzato stabilire che i documenti all'epoca di oggi debbano essere inviati per forza cartacei e non si può cliccare su un link. Mi sembra ovviamente una chiara forzatura e anche spudorata da questo punto di vista". Il riferimento di Donzelli è a uno dei rilievi dei giudici e menzionato ieri da Meloni, che aveva parlato di "censura" per "l'avvenuta trasmissione di atti voluminosi con link".

In attesa della pubblicazione delle motivazioni della sentenza però, le criticità emerse sembrano essere di più. A partire dai costi fino alle valutazioni ambientali e alla violazione della normativa sugli appalti, tutte questioni segnalate dai giudici prima di deferire la questione alla Sezione centrale della Corte. "Non so se i rilievi siano più ampi ma ce ne sono alcuni assurdi come quello del link", replica Donzelli. Il deputato sostiene che da parte del governo "sono state date tutte le risposte esaustive e dettagliate". "Se ci fossero dei motivi seri si sarebbero potuti concentrare sui motivi seri. Fra i rilievi sollevati c'era un link, ai tempi di oggi alla Corte dei conti, che dovrebbe invitare al risparmio, si deve mandare tutto cartaceo e non si può cliccare su un link".

Le opposizioni invece, difendono l'operato della Corte e accusano il governo di aver forzato le procedure per l'approvazione del progetto del Ponte. "La Corte dei Conti sta dicendo che il progetto del Ponte è un progetto fallace, sbagliato e che non tiene dal punto di vista economico. Allora, attaccare la Corte dei Conti è un atto di assoluta mancanza di rispetto nei confronti dell'equilibrio di potere e dei poteri in questo Paese. È un atto antidemocratico che non possiamo permettere", commenta la deputata di Avs Elisabetta Piccolotti. 

Angelo Bonelli rincara la dose: "Ci troviamo di fronte a un abuso di Stato. Giorgia Meloni e Salvini hanno nascono agli italiani che si sta parlando di un progetto vecchio di 28 annida. Non sono parole, ma eccolo qua, l'abbiamo trovato, il documento che Salvini e Meloni hanno tenuto nascosto nel loro cassetto. Questo è il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici del 10 ottobre 1997, l'unico parere a cui è stato sottoposto il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Gli italiani sappiano che per non fare una nuova gara hanno fatto un'operazione indegna".

Accuse respinte dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Per il leader il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici "non è richiesto". "Io i pareri gli chiedo a chi la norma mi chiede di richiederli. Se avessimo ascoltato i parenti di Bonelli oggi non avremmo l'autostrada del Sole, l'autobrennero, l'alta velocità, non ci sarebbero le Olimpiadi tra novantanove giorni, non avremmo il Mose, la Tav e andremmo in giro in monopattino con Toninelli", ironizza.

"Vogliono andare avanti? – replica Bonelli – Noi andremo alla Corte di giustizia. Cara Giorgia Meloni, noi vinceremo e quale punto dovrai dire agli italiani perché hai sottratto 14 miliardi di euro al trasporto pubblico, alle pensioni e alla sanità", conclude.

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