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Migranti, Piantedosi rilancia le “campagne d’informazione nei Paesi d’origine” per fermare le partenze

Il ministro dell’Interno Piantedosi ha rilanciato il piano del governo per disincentivare le partenze dei migranti: campagne informative nei Paesi d’origine sui pericoli dei viaggi nel Mediterraneo.
A cura di Annalisa Cangemi
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Non solo la lotta ai trafficanti "in tutto il globo terracqueo" e l'aumento dei Cpr per rendere più facili i rimpatri. Nel piano del governo Meloni per la gestione dell'immigrazione tornano le campagne di sensibilizzazione convincere i migranti a non intraprendere il pericoloso viaggio lungo la rotta del Mediterraneo.

"La gestione delle migrazioni richiede sicuramente un investimento in termini di strategia, di risorse economico-finanziarie robusto e concreto a favore dei principali paesi terzi di origine e transito dei flussi, iniziando proprio dall'Africa. Probabilmente occorre agire lungo una duplice direttrice. Da un lato rafforzare la cooperazione di polizia nella lotta al traffico dei migranti e alla tratta di essere umani ma realizzare anche campagne informative sui rischi delle migrazioni irregolari", ha detto oggi il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi intervenendo alla XIV Edizione del Premio Guido Carli che si tiene al teatro dell'Opera di Roma.

"Dall'altro – ha proseguito – riconquistare alla legalità i territori che sono nelle mani dei trafficanti di esseri umani con il rafforzamento della capacità di gestione delle frontiere dei paesi terzi di transito, con il miglioramento delle condizioni e prospettive di vita della popolazione giovane dei Paesi terzi di origine e transito e infine con l"attivazione di canali legali di migrazione per l'istruzione, il lavoro e per vulnerabili e bisognosi di protezione internazionale".

La questione delle campagne di informazioni per disincentivare le partenze è un vecchio pallino dell'esecutivo. La presidente del Consiglio Meloni ha già annunciato questa intenzione durante la conferenza stampa organizzata a Cutro, che si è poi rivelata un flop. In quell'occasione, nel Consiglio dei ministri convocato ad hoc sul luogo della strage di Steccato di Cutro, in cui hanno perso la vita 94 persone, tra cui 35 minori, Meloni ha detto: "Faremo una campagna nei Paesi di queste persone, perché sappiano quali sono i rischi che corrono a mettersi in mano ai trafficanti – ha detto la presidente del Consiglio – Daremo quote privilegiate a quei governi che ci aiuteranno a fare informazione".

Qualche giorno dopo, ricevendo a Palazzo Chigi Meloni i sopravvissuti al naufragio di Cutro e i familiari delle vittime, ha voluto ribadire il concetto, domandando alle persone presenti all'incontro se fossero a conoscenza "dei rischi legati alle traversate del Mediterraneo".

In realtà il governo non ha mai spiegato in che modo intenda concretamente convincere persone disperate che fuggono da fame e guerra, spesso con i loro bambini, a non mettersi in viaggio in cerca di un futuro migliore. Meloni ignora, o fa finta di ignorare, che queste persone sono perfettamente consapevoli dei pericoli che li aspettano in queste traversate dall'esito incerto, ma scelgono comunque di investire tutto quello che hanno in questi viaggi perché un'alternativa, semplicemente, non ce l'hanno.

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