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Migranti, Piantedosi ora vuole puntare sull’accoglienza diffusa: stop grandi centri ma Cpr rafforzati

Il ministro dell’Interno Piantedosi ha incontrato oggi le Regioni, per discutere del piano per gestire l’emergenza immigrazione: la strategia da una parte è puntare sull’accoglienza diffusa nei Cas, escludendo la realizzazione dei grandi centri, dall’altra l’obiettivo è favorire i rimpatri, aprendo nuovi Cpr.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il Viminale cambia linea sulla gestione dei migranti. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha avuto oggi un incontro con i governatori alla Conferenza delle Regioni sul tema dell'emergenza immigrazione, per discutere delle strategie per gestire l'aumento dei flussi, dopo lo stato d'emergenza decretato lo scorso 11 aprile.

Lo stato l'emergenza permette appunto al governo di dare risposte più rapide sul piano della gestione dei migranti e della loro sistemazione sul territorio nazionale, velocizzando anche le procedure. Oggi Piantedosi è intervenuto alla riunione straordinaria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, insieme al ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci e al nuovo Commissario per l'emergenza immigrazione, Valerio Valenti.

Il titolare del Viminale dopo l'incontro ha fatto sapere che intende puntare sull'"accoglienza diffusa" dei migranti che arrivano sulle coste italiane, sul modello di quanto già avvenuto per l'accoglienza dei profughi ucraini, che non sono stati ospitati all'interno di centri, ma presso famiglie, associazioni ed enti religiosi. Il ministero dell'Interno ha fatto sapere che "è stato condiviso l'orizzonte che predilige il modello dell'accoglienza diffusa rispetto a quello dei grandi centri".

L'idea è quella di avvalersi della collaborazione del Terzo Settore per la redistribuzione dei migranti nei territori, utilizzando piccoli Centri di accoglienza straordinaria (Cas), ma escludendo la nascita di grandi strutture. La diaria di 33 euro, pro capite, rimborso giornaliero fissato anche per i profughi ucraini (per i posti che sono stati gestiti direttamente da Comuni e Terzo settore e per i rifugiati che sono stati accolti nel Sistema di accoglienza integrata) potrebbe in questo caso essere rivista anche al ribasso. Ma una soglia non è stata ancora decisa, e questo potrebbe rappresentare un problema, visto che ultimamente molte gare sono andate deserte, perché le condizioni offerte nei bandi non erano sostenibili per le associazioni.

Accanto a questo è previsto anche l'ampliamento degli hotspot di primissima accoglienza, per il triage dei nuovi arrivi, con lo scopo di decongestionare gli hotspot siciliani (oltre a quello di Lampedusa, che ha una capienza di circa 400 posti ma che è al collasso, e poi Pozzallo e Messina).

Parallelamente, come annunciato in precedenza, il piano è anche intensificare i rimpatri: l'obiettivo è aumentare e rafforzare le strutture finalizzate al rimpatrio dei non aventi diritto alla permanenza in Italia (Cpr), con la prospettiva di realizzarne almeno uno in ogni Regione.

Il Viminale nella riunione di oggi con le Regioni, definita "costruttiva", ha anche avviato un tavolo tecnico per il coordinamento permanente tra il Commissario per l'emergenza immigrazione e le Regioni sul tema dei flussi migratori. Più avanti, secondo quanto proposto dal Viminale, ci saranno anche dei tavoli con le singole Regioni

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