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Elezione del Presidente della Repubblica 2022

Perché il centrodestra non vota scheda bianca, ma si astiene dal voto per il Quirinale

Il centrodestra si astiene dalla votazione per il presidente della Repubblica. I Grandi elettori di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia sono in Aula e stanno rispondendo alla chiama, ma non stanno votando. Ecco il perché della decisione, che non piace a Giorgia Meloni.
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A cura di Annalisa Girardi
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Il centrodestra ha deciso di astenersi dal voto durante il quarto scrutinio per il Quirinale, mentre si continua a cercare l'accordo politico per il prossimo presidente della Repubblica. La decisione è emersa dopo il vertice di questa mattina, al termine del quale è stato diffuso un comunicato in cui la coalizione affermava di essere disponibile a votare "un nome di alto valore istituzionale". Per "superare veti e contrapposizioni" e riuscire così a "convergere" sul nome del prossimo capo dello Stato, il centrodestra ha deciso di "dichiarare il proprio voto di astensione nel voto odierno". Per domani, invece, il centrodestra ha richiesto la doppia votazione.

I Grandi elettori del centrodestra si stanno astenendo dal voto, in corso in questi istanti. Che non significa né essere assenti, né votare scheda bianca: stanno rispondendo alla chiama, ma una volta scesi al centro dell'Aula si stanno dichiarando "astenuti" senza ritirare la propria scheda, per poi uscire quindi dall'Aula senza passare dalle cabine. Una decisione che sembrerebbe aver irritato Giorgia Meloni. La quale avrebbe invece preferito confrontarsi in Aula. Come ieri, quando aveva annunciato il voto per Guido Crosetto, definendolo un "segnale" per superare lo stallo. Alla fine Crosetto aveva ottenuto circa il doppio dei voti dei Grandi elettori di Fratelli d'Italia: era quindi stato sostenuto nel centrodestra ben oltre il suo partito.

Meloni aveva poi passato la palla a Matteo Salvini e gli aveva chiesto di votare un nome di centrodestra. Il leader della Lega si trova però di fronte a un nodo non semplice da sciogliere. Da un lato potrebbe salvaguardare la maggioranza di governo convergendo su un nome condiviso (che potrebbe essere, ad esempio, quello di Pier Ferdinando Casini anche se nelle ultime ore si è espresso in modo contrario a riguardo), oppure potrebbe puntare su una figura di centrodestra, come gli viene richiesto da FdI. Nel caso, però, in cui il blitz fallisse, Salvini si troverebbe a perdere le redini della coalizione. E se invece avesse buon esito, la maggioranza sicuramente salterebbe, come ha già messo in chiaro anche ieri sera il leader dem Enrico Letta.

"Sono fiducioso, sono ottimista. L'astensione è per evitare scontri, non voglio un candidato di bandiera, vorrei un candidato o una candidata buona", ha sottolineato oggi Salvini. "È un modo per far vedere che il centrodestra c'è", ha aggiunto Antonio Tajani. "Questo è un modo per chiudere oggi la situazione", ha proseguito Maurizio Lupi, leader di Noi con l'Italia. "Abbiamo deciso, obtorto collo noi di Fdi, di astenerci per non far diventare Casellati un candidato di parte e quindi per offrire a tutti la possibilità di valutare un nome di alto profilo. È un modo per far capire che non vogliamo mettere timbri, ma vogliamo un nome proposto anche da noi", ha infine commentato il senatore di Fratelli d'Italia, Ignazio La Russa.

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