431 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
News sul salario minimo in Italia

Perché Giorgia Meloni è contraria al salario minimo?

Sul salario minimo, Giorgia Meloni apparentemente ha chiuso la porta alle opposizioni ancora prima di svolgere l’incontro previsto per domani. In un video, ha criticato la proposta dicendo che avrebbe effetti “controproducenti” e porterebbe ad abbassare gli stipendi di alcuni lavoratori.
A cura di Luca Pons
431 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Il salario minimo è la principale proposta su cui le opposizioni al governo Meloni – Pd, M5s, Verdi-Sinistra, + Europa e Azione, tutti tranne Italia viva di Matteo Renzi – hanno trovato un accordo comune. La proposta di legge è stata presentata e la maggioranza ha rimandato il dibattito a ottobre, poi Giorgia Meloni ha deciso di convocare la minoranza a Palazzo Chigi per discutere la riforma. Poche ore dopo, però, la presidente del Consiglio ha diffuso un video in cui chiudeva definitivamente le porte al salario minimo, definito "controproducente".

Al di là dello sconcerto delle opposizioni, che si sono chieste a cosa serva l'incontro di venerdì se Meloni parte già con una posizione così netta, quali argomenti ha citato la leader di Fratelli d'Italia per dire di no al salario minimo a 9 euro l'ora? Dal video emerge soprattutto una ragione: il salario minimo rischierebbe di abbassare lo stipendio ad alcuni lavoratori, mentre lo alza ad altri.

L'attacco a Pd e M5s: "Perché non lo avete introdotto quando eravate al governo?"

Meloni ha iniziato il discorso con una frecciatina: "In Italia c'è un serio problema di livelli salariali bassi. Se è la soluzione, perché i partiti che lo chiedono adesso non lo hanno introdotto quando erano al governo? Probabilmente perché si è consapevoli del fatto che potrebbe non essere una soluzione efficace, ma è un titolo che funziona". Va detto che, in realtà, non è la prima volta che si parla di salario minimo. Una proposta fu presentata nel 2019 dal M5s, ma non si trovò la quadra per portarla avanti né sotto il primo governo Conte (composto anche dalla Lega) né sotto il secondo (Pd-Mss). Nel caso più recente, cioè l'anno scorso durante il governo Draghi, a opporsi alla proposta furono Lega e Forza Italia, mentre Pd e M5s la sostenevano.

Il rischio che il salario minimo porti a una "riduzione generalizzata" degli stipendi

Nel merito della norma, invece, la presidente del Consiglio è partita dal fatto che in Italia moltissimi lavoratori sono coperti da un contratto collettivo nazionale, e ha fatto questo ragionamento: "Tutti i contratti collettivi stabiliscono anche un minimo orario per categoria. Se io decidessi di stabilire per legge una cifra minima oraria di retribuzione per tutti, che inevitabilmente dovrà stare nel mezzo, mi troverei con un salario minimo legale che in molti casi potrebbe essere ragionevolmente più basso del minimo contrattuale previsto in molti contratti nazionali".

Insomma, secondo Meloni il "paradosso" è che il salario minimo andrebbe a peggiorare lo stipendio "di molti più lavoratori di quelli ai quali lo migliorerebbe. Insomma, titolo accattivante ma risultato che rischia di essere controproducente". Se è vero che ci sono contratti collettivi che prevedono paghe molto al di sotto dei 9 euro all'ora, ce ne sono altri che hanno già livelli più alti. Ad esempio Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha detto che il tema salario minimo non lo riguarda "perché i nostri contratti sono già sopra quella cifra". Ma per Meloni, una volta fissato il minimo legale, tutte le aziende che hanno stabilito un minimo più alto lo abbasserebbero.

Ci sarebbe addirittura "una generalizzata riduzione dei salari", per Meloni. Un'affermazione difficile da dimostrare. Il modo in cui un'azienda potrebbe abbassare il minimo previsto da un contratto collettivo sarebbe o trattare con i sindacati – che però, almeno in teoria, non dovrebbero acconsentire a una riduzione della paga minima – oppure tirarsi fuori da quel contratto collettivo del tutto.

Cosa dice il testo della proposta

Il testo della proposta presentata dalle opposizioni, prevede che "al lavoratore di ogni settore economico sia riconosciuto il trattamento economico non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi" stipulati dai sindacati più rappresentativi, "salvo restando i trattamenti di miglior favore". Insomma, stando alla legge in ogni categoria dovrebbero comunque applicarsi le condizioni del contratto collettivo, che ne faccia parte o meno. E in più, per tutelare chi ha un contratto collettivo troppo basso o non ce l'ha proprio, si introduce una soglia minima di 9 euro lordi all'ora. Il rischio presentato dalla leader di FdI, quindi, sulla carta non si dovrebbe verificare.

Meloni ha garantito, comunque, che si aprirà il confronto con le opposizioni: "Capiremo se c'è margine per presentare una proposta seria e condivisa: da una parte fornire dei parametri salariali per quei lavoratori non coperti dalla contrattazione collettiva, dall'altra aumentare i controlli per contrastare il lavoro irregolare".

431 CONDIVISIONI
87 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views